Diritto Ambientale dell’Unione europea: l’accesso alla giustizia alle persone fisiche e le associazioni ambientaliste.

Le autorità pubbliche che non rispettano i diritti e gli obblighi previsti dalla normativa ambientale potranno essere sottoposte al vaglio dei cittadini comunitari.

Lo ha stabilito la Commissione europea con la pubblicazione del documento di orientamento denominato “Commission Notice on Access to Justice in Enviromental Matters” datato 28 aprile 2017, il quale detta la disciplina sull’accesso alla giustizia in materia ambientale. Formato da 65 pagine, il documento chiarisce inoltre le modalità tramite le quali le persone fisiche e le associazioni possano contestare, dinanzi ai giudici nazionali, decisioni, atti od omissioni di autorità pubbliche connesse al diritto ambientale dell’Unione.

L’importanza di tale documento è triplice. In primo luogo, aiuta i cittadini (persone fisiche e organizzazioni non governative) e le imprese ad orientarsi in tema di accesso alla giustizia a livello nazionale. In secondo luogo, fornisce ai giudici nazionali uno strumento di individuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea di cui dovrebbero tener conto nel pronunciarsi su questioni relative all’accesso alla giustizia in materia ambientale. In terzo luogo,consente alle amministrazioni pubbliche nazionali di verificare eventuali carenze dei sistemi giudiziari.

Il tema trattato è giudicato particolarmente pregnante sia dal primo Vicepresidente responsabile per lo Stato di diritto Frans Timmermans, il quale ha dichiarato che “La certezza giuridica è un principio fondamentale di una società basata sullo Stato di diritto, ed è importante offrire tali orientamenti a tutte le parti interessate. Il diritto ambientale è al centro del nostro impegno per costruire un futuro sostenibile per l’UE, e noi tutti dobbiamo sapere chiaramente quali sono i nostri diritti e le nostre responsabilità”, sia dal Commissario responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca Karmenu Vella, che ha dichiarato che“La normativa ambientale intende proteggere le persone e la loro salute. Se le autorità pubbliche non rispettano i diritti e gli obblighi previsti da tale normativa, il pubblico può chiamarle a risponderne. I nuovi orientamenti rappresentano un passo importante per far sì che i cittadini si attivino su questioni quali la qualità dell’aria e dell’acqua e la gestione dei rifiuti.Avviando procedimenti in materia ambientale dinanzi ai giudici nazionali, i cittadini possono contribuire a garantire l’applicazione corretta del diritto ambientale in tutta l’Unione europea”.

Le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea che si sono nel tempo pronunciate sulle prescrizioni dell’Unione europea in tema di accesso alla giustizia in materia ambientale, sono state quindi riunite in un unico testo, di cui si elencano i punti principali:

  • le modalità di esame da parte dei giudici nazionali sulle argomentazioni secondo cui i piani locali per la qualità dell’aria non prevedano misure sufficientemente efficaci per soddisfare gli standard di qualità stabiliti dalla legislazione dell’Unione europea;
  • il ruolo del pubblico, in particolare delle organizzazioni non governative ambientaliste, nel contribuire a far rispettare negli Stati membri gli obblighi derivanti dalla legislazione dell’Unione europea sulla natura;
  • i criteri di valutazione che applicabili dai giudici nazionali per evitare che costi di contenzioso eccessivamente onerosi impediscano ai cittadini e alle associazioni di esercitare il loro ruolo nella difesa del diritto ambientale dell’Unione a livello nazionale.

L’adozione del documento di orientamento sarà seguita da discussioni con gli Stati membri che non adempiono ancora pienamente i loro obblighi, secondo le interpretazioni della Corte di giustizia dell’Unione europea. Tali discussioni proseguiranno inoltre nel contesto del processo istituito mediante il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali.

CHE COSA DICE IL DOCUMENTO.

L’accesso alla giustizia garantisce che le persone fisiche e le associazioni ambientaliste possano, a determinate condizioni, rivolgersi ad un giudice nazionale per richiedere di verificare se un’autorità pubblica abbia agito legittimamente nel prendere una decisione o compiere un atto o un’omissione che incide sui loro diritti in relazione ai requisiti stabiliti dalla legislazione dell’Unione europea in materia ambientale. Le garanzie di principio consistono nel diritto di ricevere informazioni sull’ambiente, partecipare alle decisioni, essere ascoltati, godere della salvaguardia della propria salute per mezzo di limitazioni all’inquinamento, nello scrutinio sufficiente da parte del giudice nazionale, in misure per rimediare al problema e in misure per evitare costi eccessivamente onerosi.

Il compito delle autorità pubbliche è pertanto quello di garantire la soddisfazione di alcuni requisiti minimi fondamentali in tema di informazione, consultazione del pubblico, controllo dello stato dell’aria e dell’acqua, preparazione di piani per la salvaguardia dell’ambiente, limitazione di azioni potenzialmente dannose per l’ambiente.

Il documento di orientamento è basato sulle disposizioni sull’accesso alla giustizia canonizzate nel diritto ambientale dell’Unione europea nonchè sulle disposizioni della Convenzione di Aarus del 25 giugno 1998 sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, come interpretate dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Vengono pertanto illustrati gli argomenti in tema di accesso alla giustizia in relazione a decisioni, atti od omissioni di autorità pubbliche degli Stati membri, mentre vengono escluse le controversie in materia ambientale tra privati e il controllo giurisdizionale degli atti delle istituzioni dell’Unione.

FACCIAMO QUALCHE ESEMPIO PRATICO.

Nel 2008 un cittadino di Monaco vide riconosciuto il proprio diritto ad essere ascoltato riguardo ad un livello pericoloso di inquinamento atmosferico. Il cittadino della Baviera chiese al tribunale l’emissione di un’ordinanza per costringere il governo bavarese a redigere un piano per la qualità dell’aria, al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico nel proprio quartiere. Vivendo a soli 900 metri da una stazione di misurazione della qualità dell’aria, la quale indicava valori limite del particolato superiori per ben 35 volte ai limiti consentiti tra il 2005 e il 2006, richiese di essere ascoltato per la tutela dei propri diritti. Il tribunale tedesco negò inizialmente tale diritto, ma in seguito al Corte di Giustizia europea ribaltò tale decisione con la motivazione che un cittadino con problemi di salute sia legittimato ad iniziare una causa dinanzi ad un tribunale nazionale per richiedere provvedimenti cogenti.

Nel 2011, una ONG slovacca vide riconosciuto il proprio diritto ad essere ascoltata sulla protezione degli orsi bruni. Vistasi rigettare la richiesta da parte del tribunale nazionale, l’ONG si rivolse alla Corte di Giustizia europea al fine di veder riconosciuta la possibilità di contestare le modalità con cui le autorità slovacche stavano proteggendo gli orsi bruni, poichè tale specie beneficiava di una specifica legge di matrice europea sulla conservazione della natura.

Nel 2014 una ONG inglese ottenne il miglioramento dei piani di riduzione dei livelli pericolosi di diossido di azoto in 16 aree urbane inglesi, essendo previsto tale piano prerogativa prevista dalla legislazione europea. In particolare, il tribunale inglese sostenne che tale diritto non spettasse alla ONG, ma a seguito di richiesta da parte della Corte Suprema del Regno Unito, la Corte di Giustizia europea deliberò che il tribunale nazionale avrebbe dovuto richiedere invece qualsiasi misura necessaria a riportare il piano per l’inquinamento atmosferico in linea con i valori previsti dalla legislazione comunitaria.

Scarica il testo in pdf del documento: Commission Notice on Access to Justice in Enviromental Matters

(Il testo è attualmente disponibile soltanto in lingua inglese, francese e tedesca)