END OF WASTE: Dove sono le norme per evitare il collasso?

Siamo al 12 marzo 2019 e ancora stiamo aspettando le dovute normative per ovviare al gravissimo problema creatosi a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 1229 del 28 febbraio 2018, con cui era stato chiarito che la competenza esclusiva per stabilire cosa sia o meno rifiuto spettasse alla normativa comunitaria e, in assenza di proprie previsioni, allo Stato e non ad organi ad esso subordinati quali le Regioni, che non hanno alcun potere definitorio in tal senso.

RIFIUTI: spetta esclusivamente allo Stato stabilire cosa non è rifiuto, le Regioni non hanno poteri di definizione. Consiglio di Stato n. 1229/2018.

Peraltro, il potere di valutazione “caso per caso” pertanto viene riservato dallo Stato al Ministero dell’Ambiente non riferito a singoli casi da esaminare bensì a tipologie di materiale da esaminare e fare oggetto di più generale previsione regolamentare, a monte dell’esercizio della potestà provvedimentale autorizzatoria.

La prouncia del Consiglio di Stato aveva posto nel nulla il tentativo operato da parte della Giunta Regionale del Veneto operata con la deliberazione n. 120 del 7 febbraio 2018, laddove si era indicato che la Regione potesse dettare indirizzi operativi per la cessazione della qualifica di rifiuto “caso per caso” ai sensi dell’art. 184-ter del d. lgs. n. 152/2006.

END OF WASTE : i chiarimenti della deliberazione giunta regionale Veneto n. 120 del 7 febbraio 2018

Con l’eanazione del d.l. 14 dicembre 2018 n. 135 (c.d. decreto semplifiazioni) si era auspicata una soluzione normativa nazionale che riguardasse il problema definitorio degli End of Waste.

E invece niente.

Nella legge di conversione con modificazioni (Legge 11 febbraio 2019 n. 12), ci si è occupati della tematica ambientale soltanto all’art. 6 che ha abrogato il SISTRI introducendo il Registro Nazionale Elettronico per la tracciabilità dei rifiuti.

ADDIO SISTRI, ARRIVA IL REGISTRO ELETTRONICO NAZIONALE PER LA TRACCIABILITA’ DEI RIFIUTI.

Peraltro, su un caso specificoriguardante i gessi di defecazione, il Ministero dell’Ambiente aveva chiarito con la nota n. 11430 del 10 settembre 2018 che nel pacchetto Economia Circolare e precisamente nella direttiva UE 2018/851 (modificatoria della direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE) si prevedesse “la possibilità, per le autorità competenti, di rilasciare autorizzazioni End of Waste caso per caso“.

End of waste per produzione di gessi di defecazione da trattamento dei fanghi di depurazione: la nota n. 11430/2018 del Ministero dell’Ambiente.

E mentre nell’adunanza del 20 dicembre 2018 il Consiglio di Stato esprimeva parere favorevole sullo schema di Regolamento recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto da prodotti assorbenti per la persona (PAP), ai sensi dell’art. 184-ter, comma 2, d. lgs. n. 152/2006,

END OF WASTE. Pannoloni, pannolini e assorbenti: novità in arrivo.

tutto tace sugli altri fronti. Il tentativo di arginare le conseguenze disastrose di questo vuoto normativo operato dalla Conferenza delle Regioni e delle Provicne autonome si è riunita approvando all’unanimità un ordine del giorno avente ad oggetto alcuni emendamenti al d.l. 14 dicembre 2018 il 17 gennaio 2019, non è stato recepito nella Legge di conversione con modificazioni.

Degli emendamenti proposti in sede di conversione del d.l. semplificazioni non è rimasto che quello inerente l’abrogazione del SISTRI. Nello stesso gennaio 2019 il Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare Vannia Gava affermava che “L’economia circolare basata sul riciclo dei rifiuti ha subito una pesante battuta di arresto determinata dalla sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018, che è diventata insostenibile creando una situazione in evidente contrasto con quanto previsto e richiesto dalla normativa europea. Si rischia il collasso non solo del settore del riciclo e delle raccolte differenziate, ma anche di altri settori produttivi perché gli spazi in discarica si stanno esaurendo e di conseguenza stanno aumentando i costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese“.

Niente. Modifiche non pervenute.

E adesso attendiamo fiduciosi il collasso?