GIURISPRUDENZA IN PILLOLE – RASSEGNA SETTEMBRE-OTTOBRE 2016

FAMIGLIA E MINORI

Cass. civ., 9 settembre 2016 n. 17843
L’assegnazione del godimento della casa familiare, ex articolo 155 del Cc previgente e articolo 155-quater del Cc, o in forza della legge sul divorzio, non può essere presa in considerazione in occasione della divisione dell’immobile in comproprietà tra i coniugi, al fine di determinare il valore di mercato dell’immobile, allorquando l’immobile venga attribuito al coniuge che sia titolare del diritto al godimento stesso.

SUCCESSIONI E DONAZIONI

Cass. civ., 6 ottobre 2016 n. 20041
L’articolo 747 del Cc stabilisce che la collazione per imputazione si fa avuto riguardo al valore dell’immobile al momento dell’apertura della successione, senza che i beni oggetto della collazione tornino materialmente e giuridicamente a far parte della massa ereditaria, incidendo i medesimi esclusivamente nel computo aritmetico delle quote da attribuire ai singoli coeredi secondo la misura del diritto di ciascuno. Non sono irrilevanti, ai fini del computo di detto valore, i miglioramenti che abbiano interessato l’immobile fino a quel momento. Ai sensi dell’articolo 748 del Cc va dedotto a favore del donatario il valore delle migliorie apportate al fondo nei limiti del loro valore al tempo dell’aperta successione. Nel caso di alienazione, l’articolo 749 del Cc dispone che i miglioramenti fatti dall’acquirente debbano essere computati nei termini indicati.

LA PROPRIETA’ E I DIRITTI REALI

Cass. civ., 31 ottobre 2016 n. 22016
In un condominio, il passaggio anche «rudimentale», all’interno delle mura dell’edificio, attraverso il quale viene raggiunta la colonna di «scarico fumario» costituisce «simulacro di una servitù» e dunque è tutelabile in via possessoria.

COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI

Cass. civ., 17 ottobre 2016 n. 20952
Il terzo pignorato non può essere costretto a proseguire contro la sua volontà il rapporto di locazione, qualora abbia la facoltà di sciogliersene secondo le regole che disciplinano il suo rapporto, sol perché i canoni siano stati oggetto di pignoramento.

Cass. civ., 4 ottobre 2016 n. 19797
In tema di condominio di edifici, i valori delle unità immobiliari di proprietà esclusiva dei singoli condomini e il loro proporzionale ragguaglio in millesimi al valore dell’edificio vanno individuati con riferimento al momento dell’adozione del regolamento, e la tabella che li esprime è soggetta a emenda solo in relazione a errori, di fatto e di diritto, attinenti alla determinazione degli elementi necessari al calcolo del valore delle singole unità immobiliari ovvero a circostanze sopravvenute relative alla consistenza dell’edificio o delle sue porzioni, che incidano in modo rilevante sull’originaria proporzione dei valori. Pertanto, in ragione dell’esigenza di certezza dei diritti e degli obblighi dei singoli condomini, fissati nelle tabelle millesimali, non comportano la revisione o la modifica di tali tabelle né gli errori nella determinazione del valore, che non siano indotti da quelli sugli elementi necessari al suo calcolo, né i mutamenti successivi dei criteri di stima della proprietà immobiliare, pur se abbiano determinato una rivalutazione disomogenea delle singole unità dell’edificio o alterato, comunque, il rapporto originario fra il valore delle singole unità e tra queste e l’edificio.

Cass. civ., 30 settembre 2016 n. 19425
Nel caso di declaratoria di estinzione del procedimento di convalida, a seguito di applicazione dell’articolo 662 del Cpc, e dunque, per mancata comparizione del locatore intimante all’udienza fissata nell’atto di citazione e in assenza di istanza del conduttore intimato, comparso a detta udienza, che si proceda, previo mutamento del rito, all’accertamento negativo del diritto azionato, non può il locatore intimante essere condannato al pagamento delle spese di procedimento, ma queste vanno poste a carico delle parti che le hanno anticipate, in applicazione analogica dell’articolo 310 del c.p.c.

Cass. civ., 29 settembre 2016 n. 19264
I canoni di locazione del bene pignorato spettano al custode, che è l’unico titolare dei «poteri di gestione e amministrazione», e non a chi lo ha successivamente acquistato. D’altronde, non si comprende quale sarebbe la necessità di tutelare un soggetto che avendo comprato da un debitore esecutato, era pienamente consapevole degli effetti pregiudizievoli gravanti sul bene acquistato.

Cass. civ., 21 settembre 2016 n. 18521
In caso di cattiva esecuzione di lavori condominiali, l’impresa appaltatrice e il direttore dei lavori rispondono in solido dei danni arrecati ai condomini.

OBBLIGAZIONI E CONTRATTI

Cass. civ., 27 ottobre 2016 n. 21740
In un contratto di appalto per la realizzazione di un’opera pubblica – in questo caso la risistemazione di una strada comunale -, la Pubblica amministrazione e l’impresa privata possono inserire una “clausola risolutiva espressa” che permette all’ente appaltante di sganciarsi seguendo le regole del diritto civile e non la diversa e più complessa procedura prevista, all’epoca, dal regolamento sugli appalti ed ora dal codice dei contratti pubblici, con il coinvolgimento della stazione appaltante.

Cass. civ., 24 ottobre 2016 n. 21342
Nella vendita a corpo di più immobili – in questo caso un fabbricato rurale ed il terreno circostante di 5mila mq –, al fine di valutare l’esistenza di uno scostamento significativo nella misura reale beni rispetto a quanto dichiarato – il terreno era risultato di 4050 mq -, bisogna considerarne il valore complessivo, non potendo valutarsi soltanto un singolo cespite, il terreno.

Cass. civ., 13 ottobre 2016 n. 20690
La fattura commerciale, avuto riguardo alla sua formazione unilaterale e alla funzione di far risultare documentalmente elementi relativi all’esecuzione di un contratto, si inquadra fra gli atti giuridici a contenuto partecipativo, consistendo nella dichiarazione, indirizzata all’altra parte, di fatti concernenti un rapporto già costituito, sicché, quando tale rapporto sia contestato, non può costituire valido elemento di prova ma, al più, un mero indizio. In tema di appalto di opere pubbliche, tuttavia, è esclusa anche la possibilità di riconoscere la predetta portata alle fatture trasmesse alla pubblica amministrazione, sul presupposto che, l’onere della forma scritta, imposto ad substantiam per i contratti degli enti pubblici, impedisce non solo di ritenere provata la stipulazione, in assenza dell’atto dotato del predetto requisito, ma anche di attribuire alla produzione delle fatture l’efficacia di comportamento processuale ammissivo del diritto sorto dal contratto; tale principio è applicabile anche al contratto di appalto stipulato in economia, con il sistema del cottimo fiduciario, non essendo sufficiente che da atti scritti risultino comportamenti attuativi di un accordo meramente verbale, come l’esecuzione della prestazione a opera del privato, documentata dalle fatture trasmesse all’amministrazione.

Cass. civ., 10 ottobre 2016 n. 20327
Il comune non è responsabile in solido con l’appaltatore per il mancato pagamento delle retribuzioni dei lavoratori impegnati nell’esecuzione dell’opera pubblica.

Cass. civ., 6 ottobre 2016 n. 20011
La mancata comunicazione di un aumento del rischio del bene assicurato non autorizza la compagnia di assicurazione a non pagare l’indennizzo a meno che non venga accertato che nelle mutate circostanze l’istituto non avrebbe sottoscritto la polizza.

Cass. civ., 27 settembre 2016 n. 18982
Lo spedizioniere acquista anche la veste di vettore, ex articolo 1741 c.c., ove assuma una unitaria obbligazione di esecuzione, in piena autonomia, del trasporto della merce con mezzi propri o altrui, verso un corrispettivo.

Cass. civ., 23 settembre 2016 n. 18760
In tema di compravendita, ma estensibile all’ipotesi di preliminare di compravendita, secondo cui, ai fini della sussistenza del requisito della determinatezza o della determinabilità dell’oggetto del contratto, nell’atto devono essere indicati gli elementi necessari per l’identificazione del bene venduto, i quali devono essere certi e oggettivi, e cioè idonei per la individuazione dell’oggetto.

Cass. civ., 1 settembre 2016 n. 17443
Nella perizia contrattuale la revoca, a opera di alcuni soltanto dei mandanti, del mandato collettivo conferito ai periti e, in presenza di una giusta causa, immediatamente produttiva dell’effetto estintivo, che si produce ex nunc e che, in caso di contestazione, spetta al giudice di accertare con sentenza dichiarativa, senza che tuttavia la proposizione di tale azione costituisca condizione di efficacia della revoca stessa. Ove le parti abbiano incaricato uno o più esperti, anche costituiti in collegio, di svolgere una perizia contrattuale, costituisce giusta causa di revoca la subdelega, da parte di essi, a un diverso esperto dell’intero incarico valutativo ricevuto, salvo non consti il consenso esplicito in tal senso dei soggetti mandanti.

RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI

Cass. civ., 13 ottobre 2016 n. 20653
L’allagamento del magazzino e il deperimento della merce custodita a seguito di una forte pioggia costringono il Comune a risarcire il danno.

Cass. civ., 13 ottobre 2016 n. 20630
In un sinistro stradale, la particolare gravità delle lesioni riportate dalla vittima non autorizza di per sé sola la personalizzazione del danno, in assenza della prova di una maggiore nocività rispetto a casi analoghi.

Cass. civ., 11 ottobre 2016 n. 20465
Scatta la sanzione disciplinare per il notaio che ometta la dichiarazione di conformità allo stato di fatto dei dati catastali riguardanti l’identificazione e la capacità reddituale del bene, attestando unicamente la conformità della planimetria dell’immobile.

Cass. civ., 29 settembre 2016 n. 19294
Il fermo tecnico del veicolo a seguito di incidente stradale non genera automaticamente il ristoro del danno. Occorre, infatti che il danno da fermo tecnico di veicolo incidentato sia allegato e dimostrato. La relativa prova, poi, non può avere a oggetto la mera indisponibilità del veicolo, ma deve sostanziarsi nella dimostrazione o della spesa sostenuta per procacciarsi un mezzo sostitutivo o nella perdita subita per la rinuncia forzata ai proventi ricavabili dall’uso del mezzo.

Cass. civ., 22 settembre 2016 n. 18595
La responsabilità medica accertata con sentenza penale deve fare fede anche in sede civile in merito a tutti i legittimi risarcimenti. Quindi non occorre fare effettuare una seconda ctu per il giudizio civile quando in base agli accertamenti eseguiti per la decisione penale sia emersa e conclamata la responsabilità del professionista.

Cass. civ., 16 settembre 2016 n. 18249
In tema di risarcimento del danno, la determinazione del lucro cessante va desunta dalla ricostruzione ideale di quanto il creditore avrebbe conseguito per normale successione di eventi, in base a una ragionevole e fondata attendibilità, qualora l’obbligazione fosse stata adempiuta; ma siffatta ricostruzione non può essere suffragata sul solo piano ipotetico dall’astratta possibilità di lucro, bensì deve muovere da una situazione concreta, che consenta di ritenere fondata e attendibile quella possibilità. Per quanto concerne il risarcimento del danno per mancato guadagno, questo va rapportato all’utile netto, tenendo conto, quindi, degli oneri sopportati.

Cass. civ., 5 settembre 2016 n. 17625
In una causa di risarcimento per infortunio dovuto al manto stradale sconnesso, una volta accertato il nesso causale con il danno subito, la vittima ricorrente non deve anche dimostrare l’effettiva pericolosità della cosa: inquesti casi è onere dell’ente, in qualità di custode, dimostrare l’eventuale colpa, o concorso di colpa, del danneggiato per limitare la propria responsabilità.

DIRITTO DEL LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Cass. civ., 25 ottobre 2016 n. 21649
Al dipendente va riconosciuto il diritto di critica nei confronti del proprio superiore gerarchico senza per questo rischiare il licenziamento per giusta causa.
Cass. civ., 14 ottobre 2016 n. 20812
L’estensione al personale docente dell’obbligo di attestazione della presenza attraverso l’utilizzo dell’orologio marcatempo, disposta dal dirigente scolastico, sia pure con l’avallo degli organi collegiali, contrasta con le previsioni del Ccnl e con le competenze riservate alla contrattazione integrativa di istituto. (

Cass. civ., 14 ottobre 2016 n. 20807
Nei casi di menomazioni indennizzate in rendita, una quota della rendita indennizza il danno biologico, una quota ulteriore, rapportata alla retribuzione dell’assicurato e alla sua capacità lavorativa specifica, indennizza invece il danno patrimoniale, con liquidazione delle due poste distinta e derivante dalla applicazione di tabelle diverse, rispettivamente la tabella indennizzo danno biologico per il danno biologico e la tabella dei coefficienti per il danno patrimoniale. Sicché, l’indennizzo in forma di rendita ha veste unitaria ma duplice contenuto. In ambito di disciplina applicabile agli infortuni sul lavoro, per calcolare il cosiddetto danno biologico differenziale dall’ammontare complessivo del danno biologico deve essere detratto non già il valore capitale dell’intera rendita costituita dall’Inail, ma solo il valore capitale della quota di essa destinata a ristorare il danno biologico.

Cass. civ., 11 ottobre 2016 n. 20436
In materia di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, spetta al datore di lavoro l’allegazione della prova dell’impossibilità di repechage del dipendente licenziato, in quanto requisito di legittimità del recesso datoriale, senza che sul lavoratore incomba alcun onere di allegazione dei posti assegnabili.

Cass. civ., 10 ottobre 2016 n. 20335
Nel rito del lavoro l’inosservanza, in sede di ricorso in appello, del termine dilatorio a comparire non è configurabile come vizio di forma e di contenuto dell’atto introduttivo, atteso che, a differenza di quanto avviene nel rito ordinario, essa si verifica quando l’impugnazione è stata già proposta mediante il deposito del ricorso in cancelleria, mentre nel procedimento ordinario di cognizione il giorno dell’udienza di comparizione è fissato dalla parte, considerato altresì, che tale giorno è fissato, nel rito del lavoro, dal giudice con il suo provvedimento. Pertanto, tale inosservanza non comporta la nullità dello stesso atto di appello, bensì quella della sua notificazione, sanabile ex tunc per effetto di spontanea costituzione dell’appellato o di rinnovazione, disposta dal giudice ai sensi dell’articolo 291 del Cpc, costituendo questa norma espressione di un principio generale dell’ordinamento, riferibile a ogni atto che introduce il rapporto processuale e lo ricostituisce in una nuova fase giudiziale, per cui sono sanabili ex tunc, con effetto retroattivo a seguito della rinnovazione disposta dal giudice, non solo le nullità contemplate dall’articolo 160 del Cpc, ma tutte le nullità in genere della notificazione, derivanti da vizi che non consentono all’atto di raggiungere lo scopo cui è destinato, ossia la regolare costituzione del rapporto processuale, senza che rilevi che tali nullità trovino la loro origine in una causa imputabile all’ufficiale giudiziario o alla parte istante.

Cass. civ., 10 ottobre 2016 n. 20319
In tema di disciplina dell’attività sindacale dei lavoratori, fermo il principio del libero esercizio di riunione, all’interno o all’esterno del luogo di lavoro, esso può tuttavia essere disciplinato dalla legge e dalla eventuale contrattazione collettiva; quest’ultima, in particolare, può assicurare migliori condizioni, a norma del comma 1 dell’articolo 20 della legge 300/1970, e modulare ulteriormente, anche attraverso contratti di lavoro aziendali, l’esercizio del diritto di assemblea.

Cass. civ., 5 ottobre 2016 n. 19916
Ai dipendenti comunali distaccati presso il locale tribunale non spetta l’indennità di amministrazione, ex indennità giudiziaria» prevista dal Ccnl Ministeri per i dipendenti della Giustizia in quanto il rapporto di lavoro con l’ente distaccato non viene meno, né tampoco muta per effetto del distacco o del comando la sua regolamentazione a livello legale e/o contrattuale.

Cass. civ., 4 ottobre 2016 n. 19778
In caso di passaggio dalla scuola materna alla scuola secondaria, l’insegnante ha diritto al riconoscimento integrale dell’anzianità maturata nel ruolo della scuola materna.

Cass. civ., 26 settembre 2016 n. 18866
Il trasferimento del lavoratore presso altra sede, giustificato da oggettive esigenze organizzative aziendali, può consentire al medesimo di richiederne giudizialmente l’accertamento della legittimità, ma non lo autorizza a rifiutarsi aprioristicamente e senza un avallo giudiziario – che, peraltro, può essergli urgentemente accordato in via cautelare – di eseguire la prestazione lavorativa richiestagli, in quanto egli è tenuto a osservare le disposizioni per l’esecuzione del lavoro impartito dall’imprenditore, ai sensi degli articoli 2086 e 2104 del Cc, da applicarsi alla stregua del principio sancito dall’articolo 41 della Costituzione e può legittimamente invocare l’articolo 1460 del Cc, rendendosi inadempiente, solo in caso di totale inadempimento dell’altra parte.

Cass. civ., 26 settembre 2016 n. 18850
In tema di mobilità nel pubblico impiego, non costituisce passaggio di carriera il trasferimento del dipendente dell’amministrazione postale ad altra amministrazione statale presso la quale già si trovava in posizione di comando, effettuato ai sensi del comma 2, articolo 4 del Dl 163/1995, convertito dalla legge 273/1995, verificandosi, in questo caso, solo un fenomeno di modificazione soggettiva del rapporto medesimo assimilabile alla cessione del contratto. Ciò comporta per i dipendenti trasferiti, l’applicazione del trattamento giuridico ed economico previsto dai contratti collettivi del comparto dell’amministrazione cessionaria, salvi gli assegni ad personam attribuiti al fine di rispettare il divieto di reformatio in peius del trattamento economico già acquisito, che sono destinati a essere riassorbiti negli incrementi del trattamento economico complessivo spettante ai dipendenti dell’amministrazione cessionaria.

Cass. civ., 22 settembre 2016 n. 18579
In materia di impugnazione del licenziamento, il comma 1-bis dell’articolo 32 della legge 183/2010, introdotto dal Dl 225/2010, nel prevedere in sede di prima applicazione il differimento al 31 dicembre 2011 dell’entrata in vigore delle disposizioni relative al termine di sessanta giorni per l’impugnazione del licenziamento, riguarda tutti gli ambiti di novità di cui al novellato articolo 6 della legge 604/1966 e dunque non solo l’estensione dell’onere di impugnativa stragiudiziale a ipotesi in precedenza non contemplate, ma anche l’inefficacia di tale impugnativa, prevista dal comma 2 del citato articolo 6, anche per le ipotesi già in precedenza soggette al relativo onere, per l’omesso deposito, nel termine di decadenza stabilito, del ricorso giudiziale o della richiesta del tentativo di conciliazione o arbitrato.

Cass. civ., 21 settembre 2016 n. 18507
Legittimo il licenziamento del lavoratore che durante la malattia venga trovato sul tetto della propria abitazione a svolgere lavori faticosi e ritenuti incompatibili con la patologia per la quale non si è recato al lavoro. Il tutto attraverso un’agenzia investigativa che abbia ripreso il tutto con video e fotografie ad hoc.

Cass. civ., 14 settembre 2016 n. 18099
La pubblica amministrazione non può troncare il rapporto lavorativo del dipendente solo in funzione del raggiungimento dell’anzianità contributiva o di servizio.

Cass. civ., 13 settembre 2016 n. 17966
In caso di lavoro prestato per oltre sei giorni di seguito, il danno da «usura psicofisica» può essere presunto. E va indennizzato sulla base delle maggiorazioni previste dal contratto collettivo, o individuale, per altre voci.

Cass. civ., 12 settembre 2016 n. 17921
Nel caso di licenziamento per mancato superamento del periodo di prova, una volta accertata la nullità di tale clausola – perché il lavoratore era stato già testato a sufficienza con diversi contratti a termine -, la tutela reale od obbligatoria dipende dalle dimensioni dell’azienda, che spetta al datore provare.

Cass. civ., 5 settembre 2016 n. 17585
In tema di erogazioni da parte dell’Inail di prestazioni di assistenza protesica agli invalidi di lavoro, nel caso in cui l’assistito si rechi presso le strutture dell’Inail o altre strutture per accertamenti, forniture e collaudo delle protesi, la diaria è un rimborso che spetta in aggiunta alle spese di viaggio e di soggiorno, per il solo fatto che il medesimo è costretto a soggiornare fuori dal luogo di residenza e non può, quindi, ritenersi comprensiva delle stesse.

Cass. civ., 2 settembre 2016 n. 17532
Nel caso in cui, nelle controversie di lavoro dei dipendenti, la pubblica amministrazione sia autorizzata a difendersi personalmente o attraverso propri dipendenti, la notifica della sentenza, come quella della successiva impugnazione (quest’ultima con esclusione del caso in cui la difesa personale o con propri dipendenti sia limitata al giudizio di primo grado) vanno effettuate nei confronti dell’amministrazione personalmente o dei funzionari che l’hanno difesa.

Cass. civ., 1 settembre 2016 n. 17448
In ipotesi di contratto a progetto, l’accertamento giudiziale della mancanza di specificazione di un progetto o di un programma di lavoro o di una fase di esso comporta la trasformazione ope legis del lavoro (nominalmente a progetto) in rapporto di lavoro subordinato sin dalla data della sua costituzione, a nulla rilevando le concrete modalità di svolgimento del rapporto.

SOCIETA’ E DIRITTO COMMERCIALE

Cass. civ., 19 ottobre 2016 n. 21066
Nei rapporti tra i soci di una società in nome collettivo si deve escludere l’applicazione del principio della responsabilità solidale illimitata di ciascuno di essi per le obbligazioni sociali. L’articolo 2291 del c.c., infatti, enuncia un principio valido esclusivamente a tutela dei terzi estranei alla società.

PROCEDURE ESECUTIVE

Cass. civ., 25 ottobre 2016 n. 21481
Il sequestro conservativo disposto in sede penale non viene meno a seguito di sentenza di condanna del debitore in forma generica. La misura cautelare, infatti, deve necessariamente proseguire nel giudizio civile.

DIRITTO PROCESSUALE CIVILE

Cass. civ., 25 ottobre 2016 n. 21462
Il provvedimento di rigetto dell’istanza, tempestivamente proposta, di differimento della prima udienza per la chiamata in causa del terzo, può essere revocato dal giudice che l’ha disposto o da quello che ha riassunto il giudizio a seguito di dichiarazione di incompetenza, sempre che non si sia andati oltre la fase della prima udienza.

Cass. civ., 20 ottobre 2016 n. 21248
Nel giudizio di primo grado conclusosi con la compensazione delle spese e in assenza di provvedimento di distrazione è illegittima la pretesa – nei confronti dell’avvocato della parte appellante – delle spese processuali di impugnazione che restano a carico della parte soccombente.

Cass. civ., 11 ottobre 2016 n. 20432
Il cittadino che intenda eccepire l’irregolarità della notifica avvenuta in un luogo diverso da quello ove è situata la propria residenza, è tenuto a dimostrare di aver rilevato l’errore commesso dal soggetto notificante.

Cass. civ., 7 settembre 2016 n. 17739
Poiché le spese di Ctu rientrano fra tutti gli altri costi del processo suscettibili di regolamento ai sensi degli articoli 91 e 92 del Cpc, il giudice di merito che statuisca su di esse, compensandole in tutto o in parte separatamente dal resto, adotta null’altro che una variante verbale della tecnica di compensazione espressa per frazioni dell’intero ai sensi dell’articolo 92 del Cpc, ammissibile anche in presenza di una parte totalmente vittoriosa.

Cass. civ., 2 settembre 2016 n. 17532
Nei giudizi in materia di invalidità civile, la notifica della sentenza di primo grado va indirizzata al funzionario Inps costituitosi per conto dell’ente e non dunque semplicemente presso la sede dell’istituto di previdenza.

DIRITTO E PROCEDURA PENALE

Cass. pen., 27 ottobre 2016 n. 45448
L’estinzione del reato di abuso edilizio non autorizza il gip a disporre contestuale demolizione e confisca dei beni in sequestro.

Cass. pen., 19 ottobre 2016 n. 44342
Il difensore della parte civile nel giudizio penale deve essere liquidato in considerazione dell’effettivo sforzo profuso nell’attività difensiva.

Cass. pen., 18 ottobre 2016 n. 43952
E’ illegittimo il sequestro preventivo emesso nei confronti di soggetti che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti. Non è possibile procedere alla confisca fino alla somma evasa mediante l’emissione di fatture inesistenti e questo perché a beneficiare del risparmio non è il soggetto che di fatto emette i documenti falsi ma chi concretamente li utilizza. Solo quest’ultimo realizza, infatti, un risparmio d’imposta (quantificabile economicamente) portando in detrazione le fatture inserendole nella propria contabilità come se fossero operazioni inesistenti con un evidente risparmio d’imposta. L’unica condizione perché possa scattare una misura cautelare reale può sussistere se tra i due soggetti ci sia stato un accordo con una reciproca spartizione di denaro. Nell’ipotesi si tratterebbe di un reato plurisoggettivo che renderebbe applicabile la confisca.

Cass. pen., 17 ottobre 2016 n. 43864
Il reato di rifiuto previsto dall’articolo 187, comma 8, del codice della strada (rifiuto di sottoporsi al prelievo di liquido biologico per accertare l’uso di stupefacenti) è configurabile nel caso in cui il soggetto alla guida di un’autovettura rifiuti il prelievo ematico presso strutture sanitarie, ove sia stato condotto alle condizioni di cui al precedente comma 3 (allorquando il conducente sia sottoposto con esito positivo all’accertamento mediante apparecchiature mobili e non sia possibile effettuare il prelievo a cura del sanitario ausiliario delle forze di polizia ovvero allorquando il conducente rifiuti di sottoporsi a tale prelievo). Il reato, peraltro, non è configurabile nel caso in cui il soggetto si sia limitato al rifiuto di un tipo di prelievo (ad esempio, quello ematico), acconsentendo ad altro prelievo di liquidi biologici (ad esempio, quello delle urine), sufficiente, nel caso concreto, a dimostrare l’assunzione dello stupefacente.

Cass. pen., 13 ottobre 2016 n. 43242
Il riconoscimento o il diniego delle circostanze attenuanti generiche è rimesso al potere discrezionale del giudice di merito, il cui esercizio deve essere motivato nei soli limiti atti a far emergere in misura sufficiente la sua valutazione circa l’adeguamento della pena alla gravità effettiva del reato e alla personalità del reo, la ratio dell’articolo 62-bis del Cp non imponendo, d’altronde, al giudice di merito, in caso di diniego, di esprimere una valutazione su ogni deduzione difensiva, essendo sufficiente che indichi gli elementi di prevalente rilevanza che ostano alla concessione.

Cass. pen., 13 ottobre 2016 n. 43030
È inammissibile la richiesta di patteggiamento riguardante soltanto alcuni dei reati contestati all’interno di uno stesso procedimento, tranne quando la separazione giova alla speditezza del processo perché l’azione penale è stata esercitata nei confronti dello stesso imputato per fatti tra loro non connessi, né riunibili ex articolo 17 del c.p.p.
La pubblica amministrazione può chiedere il risarcimento del danno all’immagine al proprio dipendente nei casi in cui questi venga condannato per uno dei delitti previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale.
Il reato di falso ideologico in atto pubblico non concerne solo gli atti che servono ad attestare o a provare fatti verso l’esterno, con riflessi diretti e immediati nei rapporti tra privati e pubblica amministrazione, ma anche le condotte che – con un contributo di conoscenza e di valutazione – si inseriscono nel procedimento amministrativo come necessario presupposto dell’atto finale.
Il delitto di malversazione ai danni dello Stato mira a reprimere le frodi attuate non destinando i fondi ottenuti alle finalità per le quali sono stati erogati, derivandone che trattasi di reato istantaneo e non permanente, che si consuma non nel momento dell’erogazione del finanziamento, bensì in quello in cui le sovvenzioni, i finanziamenti o i contributi pubblici vengono distratti dalla destinazione per cui erano stati erogati ossia quando l’agente non ha realizzato quanto richiesto e risulta compiuta l’elusione del vincolo di destinazione alla finalità pubblica fissata.

Cass. pen., 12 ottobre 2016 n. 43119
Appropriazione indebita anche per il «mandatario senza rappresentanza» che si appropri delle cose ricevute durante l’esecuzione del mandato con l’animus di trattenerle per sé e di non ritrasferirle al mandatario.

Cass. pen., 12 ottobre 2016 n. 43030
L’imputato non ha interesse a eccepire l’omessa citazione della persona offesa, pur prevista a pena di nullità, perché unico fine della norma violata è consentire al destinatario della citazione l’eventuale costituzione di parte civile.

Cass. pen., 6 ottobre 2016 n. 42074
L’evasione fiscale può essere scoperta anche attraverso processi verbali di constatazione (il cosiddetto pvc) redatti nei confronti di soggetti terzi.

Cass. pen., 3 ottobre 2016 n. 41432
Il difensore impedito a causa di serie ragioni di salute o da altro evento non prevedibile o evitabile non ha l’onere di designare un sostituto processuale o indicare le ragioni dell’omessa nomina. Infatti, solo nel caso di istanza di rinvio per concomitanti impegni professionali ricade sul difensore l’onere di nominare un sostituto processuale o di indicare le ragioni dell’omessa nomina. Tale disciplina, invece, non può essere trasposta nel diverso ambito dell’impedimento per malattia, salvo che lo stato patologico sia prevedibile. Per l’effetto, a sostegno dell’istanza di rinvio per legittimo impedimento, dovuto a malattia, o ad altro evento imprevedibile, il difensore deve solo provare con idonea documentazione la sussistenza dell’impedimento, indicandone la patologia e i profili ostativi alla personale comparazione, restando comunque fermo, ai fini del differimento dell’udienza, l’apprezzamento riservato al giudice di merito circa la serietà, l’imprevedibilità e l’attualità del dedotto impedimento, e la relativa valutazione deve essere sorretta da una motivazione adeguata, logica e corretta.

Cass. pen., 29 settembre 2016 n. 40517
È ammissibile il ricorso per cassazione proposto da avvocato iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione, nominato quale sostituto dal difensore dell’imputato, di fiducia o di ufficio, non cassazionista.

Cass. pen., 29 settembre 2016 n. 40516
Il dolo d’impeto, designando un dato meramente cronologico, non è incompatibile con la circostanza aggravante dell’avere agito con crudeltà, di cui all’articolo 61, comma 1, numero 4, del codice penale. La circostanza aggravante dell’avere agito con crudeltà, di cui all’articolo 61, comma 1, numero 4, del Cp, è di natura soggettiva ed è caratterizzata da una condotta eccedente rispetto alla normalità causale, che determina sofferenze aggiuntive ed esprime un atteggiamento interiore specialmente riprovevole, che deve essere oggetto di accertamento alla stregua delle modalità della condotta e di tutte le circostanze del caso concreto, comprese quelle afferenti alle note impulsive del dolo.

Cass. pen., 28 settembre 2016 n. 40358
Non è corretto ancorare la valutazione dei beni sequestrati ad un momento successivo a quello della loro apprensione. Ancor meno lo è utilizzare i beni sequestrati quale sostanziale garanzia in caso di perdita di valore dei beni sequestrati agli altri coindagati quando il coacervo complessivo superi l’entità del profitto confiscabile.

Cass. pen., 28 settembre 2016 n. 40314
In caso di evasione Iva, il successivo pagamento per intero della somma a debito determina l’estinzione del reato e non fa scattare la semplice attenuante.

Cass. pen., 26 settembre 2016 n. 40030
La punibilità per la coltivazione non autorizzata di piante da cui sono estraibili sostanze stupefacenti va esclusa soltanto se il giudice ne accerti l’inoffensività «in concreto», ovvero quando la condotta sia così trascurabile da rendere sostanzialmente irrilevante l’aumento di disponibilità della droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione di essa

Cass. pen., 26 settembre 2016 n. 40021
Risponde del reato di calunnia chi denuncia il furto o lo smarrimento di un assegno dopo averlo consegnato al prenditore.

Cass. pen., 26 settembre 2016 n. 40017
È violato il divieto di un secondo giudizio, di cui all’articolo 649 del Cpp, nel caso di pluralità di condanne per il delitto di evasione relative a fatti commessi nello stesso arco temporale in cui si è protratto l’allontanamento, in quanto si tratta di un reato istantaneo con effetti permanenti, che si consuma nel momento dell’allontanamento del soggetto agente dal luogo della detenzione, anche domiciliare, mentre l’effetto permanente cessa quando l’evaso torna nel luogo che non avrebbe dovuto lasciare, interrompendo in tal modo l’elusione del controllo da parte dell’autorità vigilante.

Cass. pen., 26 settembre 2016 n. 39838
In tema di responsabilità professionale medica, l’ambito dell’obbligo di garanzia gravante sul medico di pronto soccorso può in generale ritenersi definito dalle specialistiche competenze che sono proprie di quella branca della medicina che si definisce medicina d’emergenza o d’urgenza. In tale ambito rientrano l’esecuzione di taluni accertamenti clinici, la decisione circa le cure da prestare e l’individuazione delle prestazioni specialistiche eventualmente necessarie. Correlata a tali doveri può ritenersi la decisione inerente al ricovero del paziente e alla scelta del reparto a ciò idoneo, mentre l’attribuzione della priorità d’intervento, detta triage ospedaliero, è procedura infermieristica. In tema di responsabilità professionale, il medico che, sia pure a titolo di consulto, accerti l’esistenza di una patologia a elevato e immediato rischio di aggravamento, in virtù della sua posizione di garanzia ha l’obbligo di disporre personalmente i trattamenti terapeutici ritenuti idonei a evitare eventi dannosi ovvero, in caso d’impossibilità di intervento, è tenuto ad adoperarsi facendo ricoverare il paziente in un reparto specialistico, portando a conoscenza dei medici specialistici la gravità e urgenza del caso ovvero, nel caso di indisponibilità di posti letto nel reparto specialistico, richiedendo che l’assistenza specializzata venga prestata nel reparto dove il paziente si trova ricoverato specie laddove questo reparto non sia idoneo ad affrontare la patologia riscontrata con la necessaria perizia professionale.

Cass. pen., 22 settembre 2016 n. 39462
La scoperta di una politica di assunzioni di tipo clientelare non integra quei gravi indizi di un accordo corruttivo che autorizzano la custodia in carcere.

Cass. pen., 21 settembre 2016 n. 39131
In tema di arresto da parte della polizia giudiziaria, lo stato di quasi flagranza non sussiste nell’ipotesi in cui l’inseguimento dell’indagato da parte della polizia giudiziaria sia stato iniziato per effetto e solo dopo l’acquisizione di informazioni da parte della vittima o di terzi, dovendosi in tal caso escludere che gli organi di polizia giudiziaria abbiano avuto diretta percezione del reato. La nozione di inseguimento, caratterizzata dal requisito cronologico dell’immediatezza (subito dopo il reato), postula, quindi, la necessità della diretta percezione e constatazione della condotta delittuosa da parte degli operanti della polizia giudiziaria procedenti all’arresto: l’attribuzione dell’eccezionale potere di privare della libertà una persona si spiega proprio in ragione di tale situazione idonea a suffragare la sicura previsione dell’accertamento giudiziario della colpevolezza

Cass. pen., 20 settembre 2016 n. 38858
In materia di reati tributari, quando la società di appartenenza costituisca un mero schermo formale, il sequestro eseguito sui conti correnti intestati agli amministratori è pienamente legittimo in quanto costituente profitto diretto dei reati. Ma è anche consentito il sequestro per equivalente effettuato sui beni della società, come del resto su quelli degli amministratori.

Cass. pen., 19 settembre 2016 n. 38752
Scatta il reato di tentata truffa per chi spacciandosi per avvocato si faccia consegnare una somma di denaro per condurre accertamenti presso Equitalia.

Cass. pen., 16 settembre 2016 n. 38492
In tema di reati edilizi, la responsabilità del proprietario non committente non può essere oggettivamente dedotta dal diritto sul bene né può essere configurata come responsabilità omissiva per difetto di vigilanza, attesa l’inapplicabilità dell’articolo 40, comma 2, del Cp, ma deve essere dedotta da indizi ulteriori rispetto all’interesse insito nel diritto di proprietà, idonei a sostenere la sua compartecipazione, anche morale, al reato In particolare, questa responsabilità può dedursi da elementi oggettivi di natura indiziaria (la cui valutazione si sottrae al sindacato di legittimità, se congruamente motivata) quali la piena disponibilità della superficie edificata, l’interesse alla trasformazione del territorio, i rapporti di parentela o affinità con l’esecutore del manufatto, la presenza e la vigilanza durante lo svolgimento dei lavori, il deposito di provvedimenti abilitativi anche in sanatoria, la fruizione dell’immobile secondo le norme civilistiche sull’accessione nonché tutti quei comportamenti (positivi o negativi) da cui possano trarsi elementi integrativi della colpa e prove circa la compartecipazione anche morale alla realizzazione del fabbricato.

Cass. pen., 14 settembre 2016 n. 38239
Nel processo penale, in caso di revoca o rinunzia del difensore di fiducia, il professionista può continuare a compiere tutte quelle attività processuali il cui svolgimento risulti incompatibile con il decorso del termine concesso al difensore subentrante.

Cass. pen., 13 settembre 2016 n. 37980
Non sussiste il reato di procurata inosservanza di pena se di fatto al soggetto non può essere contestato un nesso causale con l’autore dell’illecito principale.

Cass. pen., 8 settembre 2016 n. 37400
Il reato di truffa a mezzo di bonifico bancario si consuma con la ricezione del denaro sul conto corrente dell’agente e non con la semplice, antecedente, disposizione di pagamento da parte della vittima. Per cui, ai fini della competenza territoriale, bisogna guardare alla sede della banca presso cui il truffatore ha il conto.

Cass. pen., 8 settembre 2016 n. 37229
Prima di poter affermare la responsabilità penale dell’amministratore della società appaltante per irregolarità sul piano antinfortunistico è necessario valutare se l’azienda, a seguito di subappalto, abbia continuato ad avere responsabilità in materia di controlli e verifiche sulla sicurezza dei lavoratori.

Cass. pen., 7 settembre 2016 n. 37174
In caso di mancato versamento dell’Iva, la somma non versata va sequestrata direttamente presso la società a cui è imputabile l’irregolarità tributaria. Non è invece aggredibile attraverso il sequestro per equivalente il patrimonio personale all’amministratore della società.

Cass. pen., 6 settembre 2016 n. 36993
Sebbene la perizia grafologica debba ritenersi basata su un percorso valutativo più che su leggi scientifiche, occorre tuttavia che il giudice di merito dia conto delle specifiche motivazioni per le quali ritenga di disattendere il percorso metodologico seguito dal perito.

Cass. pen., 1 settembre 2016 n. 36329
In coerenza con l’«umanizzazione delle pena» perseguita dall’articolo 30 dell’Ordinamento penitenziario, anche la malattia psichica grave del familiare (in questo caso la moglie) autorizza la concessione al detenuto di un “permesso di necessità”.

DIRITTO TRIBUTARIO

Cass. civ., 12 ottobre 2016 n. 20611
Nel contenzioso tributario l’estratto di ruolo è un atto autonomamente impugnabile. Pur trattandosi di un atto proprio dell’Amministrazione, tuttavia quando il contribuente sia venuto a conoscenza della pretesa tributaria solo grazie all’estratto di ruolo al cittadino deve essere concesso di impugnare l’atto anche se la norma sembrerebbe escluderlo (si veda il comma 3 dell’articolo 19 del Dlgs 546/1992). In caso contrario ci sarebbe un’illegittima compressione del diritto alla difesa.

Cass. civ., 5 ottobre 2016 n. 19840
L’Agenzia delle entrate non si può limitare a effettuare la notifica direttamente presso la segreteria della commissione tributaria senza aver prima tentato di reperire il destinatario, nella persona dell’avvocato a cui il contribuente ha conferito la procura o nelle mani stesse del cittadino.

DIRITTO INTERNAZIONALE E COMUNITARIO

Corte Giustizia U.E., 14 ottobre 2016 n. C294/2015
Il terzo che propone domanda di annullamento di matrimonio sottostà al diritto dell’Unione ma non può giovarsi delle regole di competenza territoriale, legate alla residenza, previste solo nell’interesse dei coniugi.

Corte Giustizia U.E., 15 settembre 2016 n. C484/2014
Il gestore di un negozio che offre gratuitamente al pubblico una rete wi-fi non è responsabile delle violazioni dei diritti d’autore commesse dagli utenti.

Corte Giustizia U.E., 13 settembre 2016 n. C165/2014
I figli minorenni di extracomunitari divenuti ormai cittadini Ue non devono essere danneggiati perché i genitori sono pregiudicati.

Corte Giustizia U.E., 8 settembre 2016 n. C225/2015
E’ legittima la normativa italiana laddove, per comprovarne la capacità economico-finanziaria, obbliga chi richiede una concessione per l’esercizio di giochi e scommesse a presentare una doppia attestazione bancaria.

Corte Giustizia U.E., 8 settembre 2016 n. C170/2015
Non costituisce una comunicazione al pubblico, ai sensi della direttiva 2001/29/CE, il collocamento su un sito Internet di un collegamento ipertestuale verso opere protette dal diritto d’autore e pubblicate senza l’autorizzazione dell’autore su un altro sito Internet quando la persona che colloca detto link agisca senza fini di lucro e senza essere al corrente dell’illegittimità della pubblicazione di dette opere. Se invece tali collegamenti ipertestuali sono forniti a fini di lucro, la conoscenza dell’illegittimità della pubblicazione sull’altro sito Internet deve essere presunta.

Corte Giustizia U.E., 7 settembre 2016 n. C310/2015
La vendita di un computer provvisto di programmi informatici preinstallati non costituisce di per sé una pratica commerciale sleale. Inoltre, la mancata separata indicazione del prezzo di ciascuno dei programmi presenti nella macchina non costituisce una pratica commerciale ingannevole.

Corte Giustizia U.E., 7 settembre 2016 n. C121/2015
La sicurezza dell’approvvigionamento e la coesione territoriale sono obiettivi di interesse generale che possono giustificare un intervento statale nella determinazione del prezzo di fornitura del gas naturale.