GIURISPRUDENZA IN PILLOLE – RASSEGNA SETTEMBRE-OTTOBRE 2017

FAMIGLIA E MINORI

Cass. civ., 28 settembre 2017 n. 22746

Sì alla revoca della casa familiare alla madre che decide di cambiare residenza se la figlia maggiorenne ma non ancora economicamente sufficiente, con cui ha un rapporto fortemente conflittuale, non vuole seguirla e decide di vivere con il padre.

Cass. civ., 19 settembre 2017 n. 21688

Il padre non può sospendere l’assegno di mantenimento perché la moglie non gli permette di vedere le due figlie e comunque perché nel complesso gli avevano fatto mancare l’affetto dovuto ad un marito e ad un padre, in quanto tutte e tre lo avevano in odio.

COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI

Cass. civ., 16 ottobre 2017 n. 24285

Nelle locazioni commerciali è legittimo  il  mancato  rilascio  dell’immobile  se  il  locatore  non  paga  l’indennità di avviamento.

Cass. civ., 27 settembre 2017 n. 22647

Nelle locazioni abitative è nullo il patto di recesso non scritto. Non può dunque trovare un riconoscimento giurisdizionale il supposto accordo orale tra proprietario ed inquilino in cui quest’ultimo al posto del preavviso di recesso, e del relativo obbligo di corrispondere ulteriori mensilità, abbia offerto il nominativo di un nuovo inquilino. Per cui il locatore potrà comunque chiedere al conduttore i canoni non versati.

Cass. civ., 21 settembre 2017 n. 21966

In tema di condominio negli edifici, il decreto messo ai sensi dell’articolo 1129, primo comma, del Cc ha a oggetto esclusivamente la nomina dell’amministratore da parte del tribunale, in sostituzione dell’assemblea che non vi provvede, senza che però muti la posizione dell’amministratore stesso, il quale, benché designato dall’autorità giudiziaria, instaura con i condomini un rapporto di mandato e non riveste la qualità di ausiliario del giudice. Ne consegue che l’amministratore nominato dal tribunale deve rendere conto del suo operato soltanto all’assemblea, e la determinazione del suo compenso rimane regolata dall’articolo 1709 del Cc.

Cass. civ., 4 settembre 2017 n. 20712

Gli articoli 1102 e 1120 del Cc sono disposizioni non sovrapponibili, avendo presupposti e ambiti di operatività diversi. Le innovazioni, di cui all’articolo 1120 del Cc, non corrispondono alle modificazioni, cui si riferisce l’articolo 1102 del Cc. Le prime, infatti, sono costituite da opere di trasformazione, le quali incidono sulla essenza della cosa comune, alterandone la originaria funzione e destinazione, mentre le seconde si inquadrano nelle facoltà del condomino in ordine alla migliore, più comoda e razionale, utilizzazione della cosa, facoltà che incontrano solo i limiti indicati dallo stesso articolo 1102 del Cc. In realtà, tra le nozioni di modificazione della cosa comune e di innovazione (e, pertanto, tra le sfere di operatività delle norme di cui all’articolo 1102 e dell’articolo 1120 del Cc) corre una differenza che è di carattere innanzitutto soggettivo, giacché – fermo il tratto comune dell’elemento obiettivo consistente nella trasformazione della res o nel mutamento della destinazione, quel che rileva nell’articolo 1120 del Cc (mentre è estraneo nell’articolo 1102 del Cc) è l’interesse collettivo di una maggioranza qualificata dei partecipanti, espresso da una deliberazione dell’assemblea. e modificazione dell’uso comune della cosa comune – ex articolo 1102 del Cc – invece, non si confrontano con un interesse generale, poiché perseguono solo l’interesse del singolo, laddove la disciplina delle innovazioni segna un limite alle attribuzioni dell’assemblea

OBBLIGAZIONI E CONTRATTI

Cass. civ., 9 ottobre 2017 n. 23547

Qualora il promittente venditore abbia garantito al promissario acquirente che il bene promesso in vendita era libero da oneri o diritti reali o personali di godimento, l’acquirente è esonerato dall’onere di svolgere indagini sul bene promesso, operando in suo favore il principio di affidamento nell’altrui dichiarazione.

Cass. civ., 30 settembre 2017 n. 22730

In caso di controlli incrociati per violazione delle norme che disciplinano l’attività di intermediazione finanziaria, la decorrenza del termine per la contestazione degli illeciti va individuata nel giorno in cui la Banca d’Italia o la Consob, dopo l’esaurimento dell’attività istruttoria, siano in grado di adottare le decisioni di loro competenza.

Cass. civ., 8 settembre 2017 n. 20957

In tema di risoluzione contrattuale per inadempimento, la valutazione, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1455 del Cc, della non scarsa importanza dell’inadempimento deve ritenersi implicita, ove l’inadempimento stesso si sia verificato con riguardo alle obbligazioni primarie ed essenziali del contratto, ovvero quando, dal complesso della motivazione emerga che il giudice lo abbia considerato tale da incidere in modo rilevante sull’equilibrio negoziale.

RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI

Cass. civ., 26 ottobre 2017 n. 25512

E’ravvisabile una responsabilità negoziale dell’istituto di credito per avere segnalato delle sofferenze alla centrale rischi della Banca d’Italia in assenza dei presupposti appositamente previsti dalla norma per attivare la procedura.

Cass. civ., 26 ottobre 2017 n. 25420

In tema di risarcimento del danno da diffamazione a mezzo stampa, non è necessario che il soggetto passivo sia precisamente e specificamente nominato, purchè la sua individuazione avvenga in assenza di una esplicita indicazione nominativa, attraverso tutti gli elementi della fattispecie concreta come ad esempio le circostanze narrate, oggettive e soggettive, in riferimenti personali e temporali e simili.

Cass. civ., 16 ottobre 2017 n. 24289

Nel caso di cure mediche e prestazioni sanitarie rese dal Servizio sanitario nazionale in a favore del danneggiato (e assicurato) da fatto illecito altrui all’Ente non compete alcuna azione surrogatoria o di rivalsa mancando a tal proposito proprio i presupposti di legge.

Cass. civ., 26 settembre 2017 n. 22415

Se il modulo di constatazione amichevole è portato per la prima volta a conoscenza dell’assicuratore nel corso del giudizio nei suoi confronti, le dichiarazioni in esso contenute hanno valore soltanto indiziario.

Cass. civ., 21 settembre 2017 n. 21937

In tema di risarcimento del danno da circolazione stradale, a una sentenza irrevocabile nel procedimento penale si riconduce anche la sentenza emessa ai sensi degli articoli 444 e 445 del Cpp, cosiddetto “patteggiamento”, perché essa non ha, nel giudizio civile, l’efficacia di una sentenza di condanna, alla quale è invece applicabile, ex articolo 2953 del Cc, un termine prescrizionale maggiore.

DIRITTO D’AUTORE E BREVETTI

Cass. civ., 11 ottobre 2017 n. 23782

Copiare il software utilizzato da una società per la gestione automatizzata delle biglietterie e dei multisala configura una lesione del diritto d’autore.

DIRITTO DEL LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Cass. civ., 25 ottobre 2017 n. 25378

Pienamente legittima la sanzione disciplinare della sospensione a carico del vice comandante della polizia municipale che abbia gestito con grave ritardo numerosi ricorsi amministrativi finendo per far perdere all’amministrazione la possibilità di appellarli tempestivamente.

Cass. civ., 18 ottobre 2017 n. 24503

Il lavoratore subordinato non può essere licenziato oralmente. Ricade, poi, sul datore dimostrare la natura del rapporto e di aver seguito la strada giuridicamente corretta per poter troncare il rapporto di lavoro.

Cass. civ., 12 ottobre 2017 n. 24014

Il dipendente del supermercato trovato in possesso senza averne titolo di gomme e caramelle può essere licenziato.

Cass. civ., 6 ottobre 2017 n. 23049

Non è possibile rivendicare il rapporto di portierato quando la richiesta non sia supportata da sufficienti prove, come per l’appunto nel caso di specie in cui una donna pretendeva il riconoscimento di un maggior credito a fronte di un contratto siglato con il condominio per la pulizia delle scale.

Cass. civ., 13 settembre 2017 n. 21262

Ai fini della configurabilità della condotta lesiva del datore, qualificabile come mobbing, è necessario provare la serie di comportamenti di carattere persecutorio, l’evento lesivo, il nesso eziologico e l’elemento soggettivo, cioè l’intento persecutorio unificante di tutti i comportamenti lesivi, in quanto la condotta non è configurabile per     mera colpa.

Cass. civ., 13 settembre 2017 n. 21259

Il termine per proporre impugnazione avverso il lodo arbitrale irrituale decorre dal giorno in cui è stata effettuata la notificazione a istanza di parte – in quanto atto idoneo a esprimere la volontà della parte di porre fine alla fase arbitrale e di fare decorrere i termini per l’impugnazione sia verso il notificando che per il notificante – e non dal giorno della comunicazione integrale del lodo a cura della cancelleria, nemmeno se questa sia effettuata mediante ufficiale giudiziario.

SOCIETA’ E DIRITTO COMMERCIALE

Cass. civ., 30 settembre 2017 n. 25730

In caso di controlli incrociati per violazione delle norme che disciplinano l’attività di intermediazione finanziaria, la decorrenza del termine per la contestazione degli illeciti va individuata nel giorno in cui la Banca d’Italia o la Consob, dopo l’esaurimento dell’attività istruttoria, siano in grado di adottare le decisioni di loro competenza.

Cass. civ., 18 settembre 2017 n. 21566

In tema di responsabilità dei sindaci di una società di capitali, ai fini dell’osservanza del dovere di vigilanza, previsto dall’articolo 2407, secondo comma, del Cc non occorre l’individuazione di specifici comportamenti che si pongano espressamente in contrasto con tale dovere, ma è sufficiente che essi non abbiano rilevato una macroscopica violazione o comunque non abbiano in alcun modo reagito di fronte ad atti di dubbia legittimità e regolarità, così da non adempiere l’incarico con diligenza, correttezza e buona fede, eventualmente anche segnalando all’assemblea le irregolarità di gestione riscontrate o denunziando i fatti al pubblico ministero per consentirgli di provvedere ai sensi dell’articolo 2409 del Cc, in quanto può ragionevolmente presumersi che il ricorso a siffatti rimedi, o anche solo la minaccia di farlo per l’ipotesi di mancato ravvedimento operoso degli amministratori, avrebbe potuto essere idoneo a evitare (o quanto meno a ridurre) le conseguenze dannose della condotta gestoria.

Cass. civ., 14 settembre 2017 n. 21308

La ricorrenza di un trasferimento di azienda, e cioè di un insieme di beni organizzati per l’esercizio dell’impresa, anziché di un trasferimento dei bene medesimi individualmente considerati, non postula il requisito della produttività di tale insieme, come realtà oggettiva in atto al momento della stipulazione e deve essere ravvisata anche nel caso in cui il complesso aziendale, pur al momento inutilizzato per fini imprenditoriali, mantenga tuttavia una residua potenzialità produttiva, la quale sia contemplata dalle parti come oggetto del trasferimento stesso, allo scopo di consentire all’acquirente – sia pure con nuove attrezzature e scorte – di riprendere la precedente attività, utilizzandone l’avviamento e il nome.

FALLIMENTO E ALTRE PROCEDURE CONCURSUALI

Cass. civ., 5 ottobre 2017 n. 23281

Niente condanna al raddoppio del contributo unificato in caso di rigetto dell’opposizione allo stato passivo del fallimento. Si tratta, infatti, pur sempre di un giudizio di primo grado, che segue ad una cognizione sommaria, e dunque non può applicarsi la sanzione prevista per le impugnazioni pretestuose o dilatorie.

DIRITTO PROCESSUALE CIVILE

Cass. civ., 14 settembre 2017 n. 21335

Se la Pec non è indicata negli atti processuali inviati alla controparte, è valida la notifica della sentenza presso la cancelleria del tribunale.

Cass. civ., 13 settembre 2017 n. 21215

In tema di ricorso per cassazione per infirmare, sotto il profilo della insufficienza argomentativa, la motivazione della sentenza che recepisca le conclusioni di una relazione di consulenza tecnica d’ufficio di cui il giudice dichiari di condividere il merito, è necessario che la parte alleghi di avere rivolto critiche alla consulenza stessa già dinanzi al giudice a quo, e ne trascriva, poi, per autosufficienza, almeno i punti salienti onde consentirne la valutazione in termini di decisività e di rilevanza, atteso che, diversamente, una mera disamina dei vari passaggi dell’elaborato peritale, corredata da notazioni critiche, si risolverebbe nella prospettazione di un sindacato di merito inammissibile in sede di legittimità.

Cass. civ., 6 settembre 2017 n. 20844

Per dedurre, in sede di legittimità, la violazione del paradigma dell’articolo 115 del Cpc è necessario denunciare che il giudice non abbia posto a fondamento della decisione le prove dedotte dalle parti, cioè abbia giudicato in contraddizione con la prescrizione della norma. In particolare per realizzare la violazione della detta noma il giudice deve avere giudicato o contraddicendo espressamente la regola di cui alla norma, cioè dichiarando di non doverla osservare, o contraddicendola implicitamente, cioè giudicando sulla base di prove non introdotte dalle parti e disposto invece di sua iniziativa al di fuori dei casi in cui gli sia riconosciuto un potere officioso di disposizione del mezzo probatorio (fermo restando il dovere di considerare i fatti non contestati e la possibilità di ricorrere al notorio, previsti dallo stesso articolo 115 del Cpc). Detta violazione – peraltro – non si può ravvisare nella mera circostanza che il giudice abbia valutato le prove proposte dalle parti attribuendo maggior forza di convincimento ad alcune piuttosto che a altre, essendo tale attività consentita dal paradigma dell’articolo 116 del Cpc, rubricato alla valutazione delle prove.

Cass. civ., 4 settembre 2017 n. 20700

In tema di ricorso per cassazione il vizio di violazione di legge consiste nella deduzione di una erronea ricognizione, da parte del provvedimento impugnato, della fattispecie astratta recata da una norma di legge e, quindi, implica necessariamente un problema interpretativo della stessa (da qui la funzione di assicurare l’uniforme interpretazione della legge, assegnata alla Corte di cassazione dell’articolo 65 dell’ordinamento giudiziario). Viceversa la allegazione di una erronea ricognizione della fattispecie concreta a mezzo delle risultanze di causa è esterna alla esatta interpretazione della norma di legge e impinge nella tipica valutazione del giudice del merito, la cui censura è possibile – in sede di legittimità – sotto l’aspetto del vizio di motivazione. Il discrimine tra l’una e l’altra ipotesi – violazione di legge in senso proprio a causa della erronea ricognizione della astratta fattispecie normativa, ovvero erronea applicazione della legge in ragione della carente o contraddittoria ricostruzione della fattispecie concreta – è segnata, in modo evidente, dal fatto che solo questa ultima censura, e non anche la prima, è mediata dalla contestata valutazione delle risultanze di causa.

DIRITTO E PROCEDURA PENALE

Cass. pen., 31 ottobre 2017 n. 50019

Responsabile dell’infortunio patito dal lavoratore è normalmente il datore. Questa regola generale vale anche in caso di subentro da parte del figlio nella posizione del padre che diversi anni prima aveva apportato delle modifiche a un macchinario che aveva procurato una pesante menomazione fisica al prestatore.

Cass. pen., 27 ottobre 2017 n. 49503

La depenalizzazione del reato di ingiuria (Dlgs n. 7/2016) deve condurre alla revoca della pena irrogata. Tuttavia le frasi pronunciate continuano a fungere da base per l’aggravante della finalità dell’odio razziale in riferimento alle altre condotte illecite poste in essere.

Cass. pen., 25 ottobre 2017 n. 49056

In un procedimento per corruzione – in questo caso relativo al cambio di destinazione di un terreno – la responsabilità dell’ente, una Srl proprietaria del fondo, non viene meno per l’assoluzione di uno dei pubblici ufficiali coinvolti. Né può ritenersi che la natura unipersonale metta la società al riparo dalle sanzioni in quanto resta pur sempre un soggetto di diritto distinto dalla persona fisica che ne detiene le quote

Cass. pen., 25 ottobre 2017 n. 49003

Sì alla confisca per equivalente di una somma pari all’intera cifra ‘ripulita’ attraverso le operazioni di riciclaggio a prescindere da quanto l’imputato abbia effettivamente trattenuto per sé.

Cass. pen., 19 ottobre 2017 n. 48203

Nel reato di bancarotta patrimoniale la circostanza aggravante del danno di rilevante entità non è configurabile anche in presenza di numerosi beni sottratti all’esecuzione concorsuale senza, però, che il tutto abbia comportato delle ripercussioni altrettanto rilevanti in capo ai creditori.

Cass. pen., 18 ottobre 2017 n. 47970

Nel giudizio di rinvio a seguito di annullamento dell’ordinanza che ha disposto o confermato la misura coercitiva, il tribunale del riesame non può disporre, nel caso di particolare complessità della motivazione, il deposito dell’ordinanza in un termine non eccedente il quarantacinquesimo giorno, in analogia a quanto previsto dall’articolo 309, comma 10, del Cpp, ma deve depositare il provvedimento nel termine di trenta giorni previsto dall’articolo 311, comma 5-bis, del Cpp, a pena di perdita di efficacia della misura

Cass. pen., 17 ottobre 2017 n. 47818

La depenalizzazione «cieca», prevista dal Dlgs 8/2016, «opera sul semplice presupposto che la pena principale abbia carattere pecuniario». La previsione di una «pena accessoria» dunque non autorizza in alcun modo a ritenere che la fattispecie sia esclusa dalla depenalizzazione.

Cass. pen., 12 ottobre 2017 n. 46968

L’acquisizione della messaggistica, scambiata mediante sistema protetto Blackberry – traffico telematico cd. “pin to pin” -, non necessita di rogatoria internazionale qualora le comunicazioni siano avvenute in Italia, a nulla rilevando che per decriptare i dati identificativi associati ai codici pin sia necessario ricorrere alla collaborazione del produttore del sistema operativo avente sede all’estero.

Cass. pen., 11 ottobre 2017 n. 46792

È illegittima e va annullata per motivazione «meramente apparente» l’ordinanza di custodia cautelare del Gip che si sia limitato a trascrivere, per circa 90 pagine, la richiesta del P.m., per poi osservare che «le risultanze in atti offrono dimostrazione convincente “della esistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico di ciascuno degli indagati”.

Cass. pen., 10 ottobre 2017 n. 46562

A norma dell’articolo 656, comma 10, del Cpp, il pubblico ministero che cura l’esecuzione delle pene detentive, è tenuto a sospendere l’esecuzione dell’ordine di carcerazione, trasmettendo gli atti al tribunale di sorveglianza, se la residua pena da espiare, determinata ai sensi dell’articolo 656, comma 4-bis, del Cpp, non supera i limiti indicati dal comma 5 dello stesso articolo. A tal riguardo, il pubblico ministero deve provvedere alla determinazione della pena da espiare, a norma del comma 4-bis dell’articolo 656, computando le detrazioni previste dall’articolo 54 dell’ordinamento penitenziario e il periodo di custodia cautelare o di pena dichiarata fungibile, ed è tenuto alla sospensione se la pena così determinata non risulta superare il limite dei tre anni, ovvero quello di quattro anni nei casi previsti dall’articolo 47-ter, comma 1, dell’ordinamento penitenziario, o quello di sei anni nei casi di cui agli articoli 90 e 94 del Dpr n. 309 del 1990.

Cass. pen., 10 ottobre 2017 n. 46443

Collegarsi alla piattaforma Sky senza avere l’apposita card integra il reato previsto dall’articolo 171-octies della legge 633/1941.

Cass. pen., 9 ottobre 2017 n. 46430

Con la legge 23 giugno 2017 n. 103, entrata in vigore il 3 agosto 2017, è stata modificata la disciplina dell’impugnazione della sentenza di non luogo a procedere, contenuta nell’articolo 428 del Cpp, nel senso che il ricorso per cassazione, introdotto con la legge n. 46 del 2006, è stato sostituito dall’appello, alla cui proposizione sono legittimati il procuratore della Repubblica, il procuratore generale e l’imputato, salvo il caso, per quest’ultimo, che la sentenza abbia dichiarato che il fatto non sussiste o che l’imputato non l’abbia commesso. Mentre, per quanto riguarda la persona offesa – cui la norma di cui all’articolo 428, comma 2, del Cpp, nel testo anteriormente vigente, riconosceva, se costituita parte civile, era attribuito il potere di proporre ricorso per cassazione ai sensi dell’articolo 606 del Cpp, e quindi anche agli effetti penali – la citata disposizione, siccome novellata, consente soltanto di proporre appello per far valere la nullità nei casi di cui all’articolo 419, comma 7, del Cpp, vale a dire quella relativa all’omesso avviso dell’udienza preliminare. In questa prospettiva, in assenza di specifiche disposizioni transitorie, il regime normativo da applicare ai ricorsi per cassazione presentati dalla parte civile ai sensi del dettato previgente dell’articolo 428, comma 2, del Cpp, deve trovare la sua disciplina tenendo conto che trattasi di successione di norme processuali relative al regime delle impugnazioni, onde, ai fini dell’individuazione del regime applicabile in materia di impugnazioni, allorché si succedano nel tempo diverse discipline e non sia espressamente regolato, con disposizioni transitorie, il passaggio dall’una all’altra, è applicabile il principio tempus regit actum che impone di  far riferimento al momento di emissione del provvedimento impugnato e non già a quello della proposizione dell’impugnazione.

Cass. pen., 9 ottobre 2017 n. 46379

Il provvedimento di archiviazione per particolare tenuità del fatto non è ricorribile per Cassazione.

Cass. pen., 5 ottobre 2017 n. 45751

L’evasione Iva se non è connotata da particolare gravità non integra una fattispecie tale da precludere l’estinzione per prescrizione del reato (ex articolo 5 del Dlgs 74/2000).

Cass. pen., 4 ottobre 2017 n. 45596

E’ legittimo il sequestro di un fabbricato adibito a deposito commerciale nel caso sussistano elementi certi che dimostrino l’inerenza tra il bene sotto misura cautelare e il comportamento penalmente rilevante quale l’evasione di accisa e Iva.

Cass. pen., 28 settembre 2017 n. 44850

L’assalto notturno da parte dei ‘no Tav’ al cantiere di Chiomonte non è stato un atto di terrorismo e non ne aveva neppure le finalità.

Cass. pen., 21 settembre 2017 n. 43476

Risponde di omicidio colposo lo psichiatra che rimanda a casa, dove a distanza di qualche ora si suicida buttandosi dal balcone, il paziente psichiatrico condotto in ambulatorio da un parente a fronte dell’assunzione di una quantità eccessiva del farmaco prescritto. Una condotta definibile «auto lesiva», in relazione alla quale la Società italiana di psichiatria consiglia l’adozione quantomeno di un’Aso (accertamento sanitario obbligatorio).

Cass. pen., 18 settembre 2017 n. 42563

È legittimo il provvedimento con cui il Tribunale «in fase predibattimentale» dichiari la nullità del capo di imputazione formulato dal P.m. e disponga direttamente la restituzione degli atti.

Cass. pen., 15 settembre 2017 n. 42307

In tema di lesioni colpose conseguenti a difetto di custodia di animali, il proprietario detentore di un cane è titolare di una posizione di garanzia che gli impone l’obbligo di controllare e di custodire l’animale adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi anche all’interno dell’abitazione, mentre il proprietario che affidi la custodia dell’animale ad altra persona è parimenti responsabile nel caso in cui lo stesso sia in concreto ancora in grado di esercitare il potere di controllo ovvero, nel caso di affidamento “temporaneo”, abbia delegato la custodia a persone non in grado, secondo un giudizio ex ante e in concreto, di adempiere adeguatamente al relativo onere. Diversa è invece l’ipotesi in cui l’affidamento a terzi dell’animale non sia transitorio e temporaneo, giacché, se si tratti di delega stabile e di assenza costante del proprietario, l’indagine da compiere, per fondare la responsabilità del proprietario, è se, invece, questi abbia comunque mantenuto effettivi poteri di vigilanza sull’animale affidato in custodia a terzi

Cass. pen., 13 settembre 2017 n. 41588

I delitti di detenzione e porto illegali in luogo pubblico di un’arma comune da sparo non concorrono, rispettivamente, con quelli di detenzione e porto in luogo pubblico della stessa arma clandestina.

Cass. pen., 13 settembre 2017 n. 41528

Scatta  il  reato   di  gestione   non  autorizzata  di  rifiuti   per   l’impresa  che   continui  ad   esercitare   l’attività   nel periodo intermedio tra la revoca dell’autorizzazione ed il suo ripristino.

Cass. pen., 12 settembre 2017 n. 41518

I delitti di detenzione e porto illegali in luogo pubblico o aperto al pubblico di arma comune da sparo ex articoli 2, 4 e 7 della legge 2 ottobre 1967 n. 895, non concorrono, rispettivamente, con quelli di detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico della stessa arma clandestina, ex articolo 23, commi 1, 3 e 4, della legge 18 aprile 1975 n. 110.

Cass. pen., 7 settembre 2017 n. 40963

È ammissibile il ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del tribunale del riesame di conferma del sequestro probatorio di un computer o di un supporto informatico, nel caso in cui ne risulti la restituzione previa estrazione di copia dei dati ivi contenuti, sempre che  sia  dedotto  l’interesse,  concreto  e  attuale,  alla  esclusiva  disponibilità dei dati.

Cass. pen., 7 settembre 2017 n. 40959

L’uso sistematico della violenza, quale ordinario trattamento del minore affidato, anche lì dove fosse sostenuto da animus corrigendi, non può rientrare nell’ambito della fattispecie di abuso dei mezzi di correzione, ma concretizza, sotto il profilo oggettivo e soggettivo, gli estremi del più grave delitto di maltrattamenti

Cass. pen., 5 settembre 2017 n. 40076

L’inosservanza delle prescrizioni generiche di “vivere onestamente” e “rispettare le leggi”, da parte del soggetto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno, non integra la fattispecie incriminatrice di cui all’articolo 75, comma 2, del decreto legislativo n. 159 del 2011. Essa può, tuttavia, rilevare ai fini dell’eventuale aggravamento della misura di prevenzione personale.

Cass. pen., 4 settembre 2017 n. 39866

La condotta di favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione nei confronti di più persone non può contemporaneamente essere considerato come un fatto unitario, ai fini dell’applicazione dell’aggravante per aver agito nei confronti di più persone (art. 4, n. 7, legge n. 75 del 1958), e come una pluralità di fatti ai fini dell’applicazione di aumenti per la continuazione.

DIRITTO AMMINISTRATIVO

Consiglio di Stato, 31 ottobre 2017 n. 5040

anche in assenza di un reale rapporto di lavoro subordinato, qualora sussista un rapporto di convivenza evidente e dichiarato, la Questura non può emanare un provvedimento  espulsivo  basandosi sulla  sola assenza dei requisiti   di reddito.

Consiglio di Stato, 29 settembre 2017 n. 4546

Le Regioni non possono limitare i livelli essenziali di assistenza, nemmeno “raccomandando” ai medici l’utilizzo di alcuni farmaci rispetto ad altri, valutati come meno convenienti nel rapporto costi/benefici. Tali livelli essenziali, infatti, devono restare uniformi sul territorio nazionale per la essenziale garanzia del diritto alla salute.

T.A.R. Campania, 27 settembre 2017 n. 4532

L’aver taciuto l’estromissione da una precedente gara d’appalto per questioni di «regolarità fiscale», può comportare l’esclusione anche dalla gara successiva in cui invece si era in regola.

T.A.R. Lombardi, 18 settembre 2017 n. 1127

Per l’applicazione del Daspo non è necessario che il tifoso si sia personalmente reso responsabile di atti di violenza. È invece sufficiente che egli abbia partecipato ad episodi di intimidazione posti in essere dal gruppo di ultras, tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico.

Consiglio di Stato, 13 settembre 2017 n. 4337

La disposizione contenuta nell’articolo 9 del Dm n. 1444 del 1968, che prescrive la distanza di dieci metri che deve sussistere tra edifici antistanti, ha carattere inderogabile, poiché si tratta di norma imperativa, la quale predetermina in via generale e astratta le distanze tra le costruzioni, in considerazione delle esigenze collettive connesse ai bisogni di igiene e di sicurezza; tali distanze sono coerenti con il perseguimento dell’interesse pubblico e non già con la tutela del diritto dominicale dei proprietari degli immobili finitimi alla nuova costruzione, tutela che è invece assicurata dalla disciplina predisposta, anche in tema di distanze, dal codice civile.

Consiglio di Stato, 13 settembre 2017 n. 4336

Dopo l’intervento dell’Adunanza Plenaria 27/2014 non può dubitarsi che negli appalti di servizi e forniture «non vige ex lege il principio di necessaria corrispondenza tra la qualificazione di ciascuna impresa e la quota della prestazione di rispettiva pertinenza, essendo la relativa disciplina rimessa alle disposizioni della lex specialis della gara»; pertanto, per i servizi e le forniture, per i quali non vi è un sistema di qualificazione Soa normativo, spetta alla stazione appaltante decidere se introdurre sistemi di qualificazione e in che misura disporne la ripartizione in sede   di Ati.

Consiglio di Stato, 11 settembre 2017 n. 4286

L’interdittiva prefettizia antimafia costituisce una misura preventiva volta a colpire l’azione della criminalità organizzata, impedendole di avere rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione; trattandosi quindi di una misura a carattere preventivo, prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che, nell’esercizio di attività imprenditoriali, hanno rapporti con la pubblica amministrazione e si fonda sugli accertamenti compiuti dai diversi organi di polizia valutati, per la loro rilevanza, dal Prefetto territorialmente competente; essendo il potere esercitato espressione della logica di anticipazione della soglia di difesa sociale, finalizzata ad assicurare una tutela avanzata nel campo del contrasto alle attività della criminalità organizzata, la misura interdittiva non deve necessariamente collegarsi ad accertamenti in sede penale di carattere definitivo e certi sull’esistenza della contiguità dell’impresa con organizzazione malavitose, e quindi del condizionamento in atto dell’attività di impresa, ma può essere sorretta da elementi sintomatici e indiziari da cui emergano sufficienti elementi del pericolo che possa verificarsi il tentativo di ingerenza nell’attività imprenditoriale della criminalità organizzata; pertanto, si è in presenza di una valutazione che costituisce espressione di ampia discrezionalità, che può essere assoggettata al sindacato del giudice amministrativo sotto il profilo della sua logicità in relazione alla rilevanza dei fatti accertati.

Consiglio di Stato, adunanza plenaria, n. 8/2017

L’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio in sanatoria, successivamente valutato illegittimo, è possibile anche «ad una distanza temporale considerevole» ma deve essere adeguatamente motivato «in relazione alla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale» tenuto anche conto degli interessi dei privati coinvolti.

DIRITTO TRIBUTARIO

Cass. civ., 23 ottobre 2017 n. 25040

Il termine di dieci giorni entro cui il contribuente è tenuto a prendere visione della pretesa del Fisco e procedere all’eventuale appello (da cui far decorrere il successivo termine di 60 giorni) è un “termine a decorrenza successiva” e si computa secondo il criterio ex articolo 155, comma 1 cpc, con l’esclusione del giorno iniziale.

Cass. civ., 11 ottobre 2017 n. 23887

Il contribuente non può proporre appello contro la cartella di pagamento avvalendosi di un servizio postale privato.