FAMIGLIA E MINORI
Cass. civ., 28 dicembre 2016 n. 27272
L’extracomunitario non può chiedere di essere autorizzato a restare in Italia per accudire i figli minori se si è sempre disinteressato di loro.
Cass. civ., 22 dicembre 2016 n. 26767
Bocciata l’azione di disconoscimento della paternità promossa dal curatore speciale del figlio minore, a seguito della scoperta dell’assenza di un legame biologico, senza valutare se essa risponda o meno all’interesse del minore.
Cass. civ., 1 dicembre 2016 n. 24542
A due cittadini albanesi sposati nel loro Paese di origine – ma residenti in Italia – va applicata la misura prevista nel luogo di provenienza (e di celebrazione delle nozze) nel caso in cui vogliano dividersi.
Cass. civ., 9 novembre 2016 n. 22838
Per chi è stato adottato, la morte della madre naturale non si può tradurre nella definitiva perdita della speranza di conoscere le proprie origini biologiche.
LA PROPRIETA’ E I DIRITTI REALI
Cass. civ., 19 dicembre 2016 n. 26108
È trascrivibile la domanda di accertamento dell’autenticità delle sottoscrizioni di un preliminare di vendita redatto a mezzo di scrittura privata non autenticata. Non si deve dunque attendere l’esito positivo del giudizio di accertamento per procedere alla relativa trascrizione. Con il vantaggio di non rischiare che nel frattempo altri possano trascrivere pegno sul medesimo bene così pregiudicando le ragioni del futuro compratore.
COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI
Cass. civ. 27 dicembre 2016 n. 27221
Anche il nudo proprietario può stipulare un contratto di locazione dell’immobile ed agire in giudizio per chiedere il pagamento dei canoni non corrisposti. E se vi sono più colocatori, i diritti nascenti dal contratto sono attivabili, se non previsto diversamente, anche soltanto da uno di essi.
Cass. civ. 22 dicembre 2016 n. 27159
In assenza di prove contrarie, il locale vasche posto al piano terra di un edificio composto da due scale deve ritenersi comune ad entrambe, con la conseguenza che non può esserne impedito l’uso al condomino dell’altra scala.
Cass. civ. 13 dicembre 2016 n. 25503
Il contratto di locazione non registrato è nullo. E nessun compenso è dovuto dal conduttore per l’occupazione di fatto.
Cass. civ., 30 novembre 2016 n. 24432
Non sussiste alcuna violazione di legge nella previsione del regolamento condominiale che stabilisca le caratteristiche, i requisiti e i titoli che deve avere l’amministratore del condominio. Invero, in tema di condominio negli edifici, l’articolo 1138, comma 4, del Cc, pur dichiarando espressamente non derogabile dal regolamento (tra le altre) la disposizione dell’articolo 1129 del Cc, la quale attribuisce all’assemblea la nomina dell’amministratore e stabilisce la durata dell’incarico, non preclude però che il regolamento condominiale possa stabilire che la scelta dell’assemblea debba cadere su soggetti (persone fisiche o persone giuridiche) che presentino determinate caratteristiche, requisiti o titoli professionali.
Cass. civ., 23 novembre 2016 n. 23903
Il valore di prova legale del verbale di assemblea condominiale, munito di sottoscrizione del presidente e del segretario, è limitato alla provenienza delle dichiarazioni dai sottoscrittori e non si estende al contenuto della scrittura e, per impugnare la veridicità di quanto risulta dal verbale, non occorre che sia proposta querela di falso, potendosi, invece, far ricorso a ogni mezzo di prova. Incombe sul condomino che impugni la delibera assembleare l’onere di sovvertire la presunzione di verità di quanto risulta dal relativo verbale.
Cass. civ., 21 novembre 2016 n. 23669
L’obbligo per le nuove costruzioni, previsto dalla legge urbanistica, di prevedere delle aree condominiali destinate a parcheggio, non osta alla prescrizione del diritto d’uso in capo ai condomini in caso di inerzia ventennale.
Cass. civ., 15 novembre 2016 n. 23255
Le clausole dei regolamento condominiale predisposto dall’originario proprietario dell’edificio condominiale e allegato ai contratti di acquisto delle singole unità immobiliari, nonché quelle dei regolamenti condominiali formati con il consenso unanime di tutti i condomini, hanno natura contrattuale soltanto qualora si tratti di clausole limitatrici dei diritti dei condomini sulle proprietà esclusive o comuni ovvero attributive ad alcuni condomini di maggiori diritti rispetto agli altri, mentre, qualora si limitino a disciplinare l’uso dei beni comuni, hanno natura regolamentare. Ne consegue che, mentre le clausole di natura contrattuale possono essere modificate soltanto dall’unanimità dei condomini e non da una deliberazione assembleare maggioritaria, avendo la modificazione la medesima natura contrattuale, le clausole di natura regolamentare sono modificabili anche da una deliberazione adottata con la maggioranza prescritta dall’articolo 1136, secondo comma, del codice civile.
OBBLIGAZIONI E CONTRATTI
Cass. civ. 27 dicembre 2016 n. 27014
L’Asl è tenuta a corrispondere gli interessi sulla somma corrisposta in ritardo alla farmacia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il tutto naturalmente a condizione che il privato dimostri di aver spedito le ricette in un lasso di tempo preciso.
Cass. civ. 16 dicembre 2016 n. 26103
Gli effetti della trascrizione del preliminare, ai sensi dell’articolo 2645-bis, comma primo, del Cc si estendono anche alle trascrizioni di pignoramenti o sequestri e alle iscrizioni di ipoteche giudiziali, con la conseguenza che queste, qualora siano successive alla trascrizione del preliminare, sono inopponibili al promissario acquirente, alle condizioni, per gli effetti e nei limiti di cui allo stesso articolo 2645-bis, commi secondo e terzo, del codice civile.
Cass. civ. 2 dicembre 2016 n. 24724
Nel caso di mancato pagamento, in tutto o in parte, di un assegno per difetto di provvista, il trattario comunica al traente che, scaduto il termine senza che abbia fornito la prova dell’avvenuto pagamento, il suo nominativo sarà iscritto nell’archivio e che dalla stessa data gli sarà revocata ogni autorizzazione ad emettere assegni.
Cass. civ., 21 novembre 2016 n. 23668
Le disposizioni degli articoli 1537 e 1538 del Cc sulla disciplina della vendita a corpo e della vendita a misura sono applicabili quando sorga contestazione sul prezzo del fondo in rapporto alla sua superficie e non anche quando, essendo stata alienata una parte certa e determinata del fondo stesso, occorre procedere alla sua identificazione per poi poter individuare materialmente detta parte sul terreno, in quelli che sono i suoi dati di riconoscimento e, cioè, nei suoi confini a norma dell’articolo 950 del Cc; in tal caso, qualora le parti, nel contratto di compravendita, abbiano identificato la porzione di immobile che ne formava oggetto facendo specifico riferimento ai dati catastali e al tipo di frazionamento, il giudice deve tener conto necessariamente di tali elementi che, per espressa volontà delle parti, perdono l’ordinaria natura di elemento probatorio di carattere sussidiario per assurgere a elemento fondamentale per l’interpretazione dell’effettivo intento negoziale delle parti.
RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI
Cass. civ., 29 novembre 2016 n. 24249
L’azione di responsabilità per rovina e difetti di cose immobili, prevista dall’articolo 1669 del Cc, può essere esercitata anche dall’acquirente nei confronti del venditore che risulti fornito della competenza tecnica per dare direttamente, o tramite il proprio direttore dei lavori, indicazioni specifiche all’appaltatore esecutore dell’opera, gravando sul medesimo venditore l’onere di provare di non aver avuto alcun potere di direttiva o di controllo sull’impresa appaltatrice, così da superare la presunzione di addebitabilità dell’evento dannoso a una propria condotta colposa, anche eventualmente omissiva.
Cass. civ., 22 novembre 2016 n. 23730
La Regione non è tenuta a risarcire una società che dichiara di aver subito perdite in funzioni di una legge locale ritenuta parzialmente incostituzionale.
Cass. civ., 16 novembre 2016 n. 23300
Rientra nella categoria delle “vittime del dovere” il militare che – in ferma prolungata e in missione – abbia contratto una patologia letale per essere venuto a contatto con uranio impoverito.
Cass. civ., 9 novembre 2016 n. 22936
Il lavoratore con part-time verticale ciclico ha il diritto – ai fini pensionistici – di vedersi riconosciuti i contributi ricevuti con tale forma di contratto sull’intero anno.
Cass. civ., 9 novembre 2016 n. 22862
Sul fronte del danno biologico il soggetto danneggiato e guarito nel corso del tempo non può pretendere che la decurtazione del danno riconosciuta dall’Inail non possa non comportare anche una diminuzione sul fronte dell’assicurazione civile.
DIRITTO DEL LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Cass. civ., 13 dicembre 2016 n. 25554
Licenziamento illegittimo se il datore nella motivazione non fornisca puntuale motivazione nella scelta della misura a un certo dipendente piuttosto che ad altro.
Cass. civ., 12 dicembre 2016 n. 25379
Il lavoratore che assiste un familiare disabile convivente – in questo caso la madre – ha diritto a non essere trasferito anche se privo dei benefici della legge 104 ed anche se l’infermità non è grave.
Cass. civ., 5 dicembre 2016 n. 24794
Ai fini dell’inquadramento, nel trasferimento di un dipendente pubblico da un ente privatizzo ad una diversa amministrazione, si deve guardare alla professionalità maturata nel contesto di provenienza, anche al di là del semplice dato formale, e non ai Dpcm attuativi della mobilità che non hanno un specifico potere in proposito.
Cass. civ., 2 dicembre 2016 n. 24685
In caso di controversia vertente sull’accertamento giudiziale della natura subordinata del rapporto di lavoro intercorrente tra un insegnate e la struttura scolastica privata ove esso opera, non si può escludere a priori, a prescindere cioè dalla valutazione del concreto atteggiarsi del rapporto e dalla ravvisabilità di un potere di conformazione della prestazione da parte del soggetto datore, la possibilità che una scuola privata possa organizzare la propria funzione didattica avvalendosi di apporti professionali resi in forma di collaborazione continuativa, ma connotata da un mero coordinamento dell’utilità offerta con le esigenze funzionali della committente.
Cass. civ., 2 dicembre 2016 n. 24671
In materia di sanzioni, il lavoratore, al quale sia contestato in sede disciplinare di avere svolto un altro lavoro durante un’assenza per malattia, ha l’onere di dimostrare la compatibilità dell’attività con la malattia impeditiva della prestazione lavorativa contrattuale e la sua inidoneità a pregiudicare il recupero delle normali energie psico-fisiche, restando, peraltro, le relative valutazioni riservate al giudice del merito all’esito di un accertamento da svolgersi non in astratto, ma in concreto.
Cass. civ., 1 dicembre 2016 n. 24568
In tema di impugnazione del licenziamento, il comma 54 dell’articolo 2 del Dl 225/2010 deve ritenersi inteso soltanto a differire a un termine futuro la decorrenza del nuovo termine di decadenza fissato per l’impugnazione dalla legge 183/2010, ferma restando l’operatività, per i licenziamenti intimati dopo l’entrata in vigore di tale legge, ma anche per quelli intimati prima, per i quali la situazione sostanziale non si era già esaurita in ragione della pendenza del termine prescrizionale, delle nuove disposizioni che stabiliscono un collegamento tra impugnazione stragiudiziale e decorrenza del termine di decadenza per il deposito del ricorso giudiziale, comunque vigenti. Infatti, il tenore della disposizione è limitato al differimento del termine, mentre non contiene alcun differimento dell’entrata in vigore delle nuove e innovative norme in tema di impugnazione dei licenziamenti. La ratio della norma, pertanto, va individuata nell’esigenza di assicurare rilievo al diritto di difesa sancito dall’articolo 24 della Costituzione, rendendo non immediatamente precluso il diritto di azione a fronte di termini divenuti, improvvisamente, significativamente ridotti.
Cass. civ., 1 dicembre 2016 n. 24567
Qualora per un incidente stradale siano corresponsabili nei confronti di un terzo, il conducente lavoratore, il proprietario del veicolo e il datore di lavoro, il principio in forza del quale nella obbligazione da fatto illecito l’onere di ciascun obbligato nei rapporti interni è proporzionale alla rispettiva colpa, sancito dall’articolo 2055 del Cc, comporta: da un lato, che non vi sia azione di regresso tra il proprietario del mezzo e il datore di lavoro del conducente, poiché l’azione di regresso è possibile solo nei confronti di chi sia effettivamente responsabile dell’evento (e quindi il conducente) e non anche tra soggetti che non siano responsabili ma chiamati a rispondere, in via solidale con il conducente, in forza di specifiche norme di legge; dall’altro, che il proprietario del veicolo e il datore di lavoro del conducente (solidalmente responsabili con quest’ultimo a norma rispettivamente del comma 3 dell’articolo 2054 e dell’articolo 2049 del Cc) possono esperire, nello stesso, ma anche in separato giudizio, azione di rivalsa contro il conducente dipendente, autore del fatto dannoso, per l’intera somma pagata al terzo danneggiato.
Cass. civ., 1 dicembre 2016 n. 24566
In materia di licenziamento, la detenzione, in ambito extralavorativo, di un significativo quantitativo di sostanze stupefacenti a fine di spaccio è idonea a integrare la giusta causa di licenziamento, poiché il lavoratore è tenuto non solo a fornire la prestazione richiesta, ma anche a non porre in essere, fuori dell’ambito lavorativo, comportamenti tali da ledere gli interessi morali e materiali del datore di lavoro o da comprometterne il rapporto fiduciario.
Cass. civ., 1 dicembre 2016 n. 24558
In materia di licenziamenti collettivi, l’annullamento del recesso per violazione dei criteri di scelta di cui all’articolo 5 della legge 223/1991 nella formulazione vigente anteriormente alle modifiche di cui alla legge 92/2012, non può essere domandato indistintamente da ciascuno dei lavoratori licenziati, ma soltanto da coloro che, tra essi, abbiano in concreto subito un pregiudizio per effetto della violazione, perché avente rilievo determinante rispetto al licenziamento.
Cass. civ., 24 novembre 2016 n. 24027
Nel conteggio del periodo di comporto ai fini del licenziamento rientrano anche i giorni non lavorativi pur non risultando dal certificato medico. In particolare – in presenza di una serie di certificazioni che prevedano il riposo dal lunedì al venerdì – devono essere conteggiati come giorni di assenza anche il sabato e la domenica.
Cass. civ., 23 novembre 2016 n. 23862
Licenziamento in tronco per il lavoratore che fumi nel luogo di lavoro che – per sua natura – contenga materiali altamente infiammabili.
Cass. civ., 22 novembre 2016 n. 23736
Massima libertà per l’imprenditore di cessare l’attività e quindi di procedere al licenziamento collettivo. Il datore, tuttavia, deve comunicare alle organizzazioni sindacali quanto operato nei confronti dei propri dipendenti entro sette giorni dall’intimazione della misura risolutiva. Pena l’illegittimità del licenziamento e condanna della società al risarcimento a favore dei lavoratori di un’indennità risarcitoria commisurata a dodici mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto.
Cass. civ., 17 novembre 2016 n. 23435
Il lavoratore, prima licenziato e, che riceva poi una proposta di revoca del licenziamento con l’invito a riprendere servizio, deve comunque fornire una risposta tempestiva al datore. In caso contrario l’indennità su cui potrà contare saranno solo cinque e non quindici mensilità.
Cass. civ., 16 novembre 2016 n. 23298
Nelle ipotesi di conversione del contratto a tempo determinato illegittimo, l’articolo 32 della legge 183/2010 che limita il risarcimento del danno – stabilendo un’indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto (comma poi abrogato dal Jobs act che ha agganciato l’indennità all’ultima retribuzione di riferimento per calcolo Tfr) – è applicabile ai giudizi pendenti.
Cass. civ., 14 novembre 2016 n. 23146
In tema di danno da demansionamento e dequalificazione, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, non ricorre automaticamente in tutti i casi di inadempimento datoriale e non può prescindere da una specifica allegazione, nel ricorso introduttivo del giudizio, dell’esistenza di un pregiudizio (di natura meramente emotiva e interiore, ma oggettivamente accertabile) provocato sul fare reddituale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel modo esterno. Tale pregiudizio non è conseguenza automatica di ogni comportamento illegittimo rientrante nella suindicata categoria, sicché non è sufficiente dimostrare la mera potenzialità lesiva della condotta datoriale, incombendo sul lavoratore l’onere di fornire la prova del danno e del nesso di causalità con l’inadempimento datoriale.
Cass. civ., 10 novembre 2016 n. 22936
Il lavoratore con part-time verticale ciclico ha il diritto – ai fini pensionistici – di vedersi riconosciuti i contributi ricevuti con tale forma di contratto sull’intero anno.
In tema di criteri di computo del diritto a pensione, per i lavoratori a tempo parziale di tipo verticale ciclico, non si possono escludere i periodi non lavorati dal calcolo dell’anzianità contributiva necessaria per acquisire il diritto alla pensione; ciò costituisce una logica conseguenza del principio per cui, nel contratto a tempo parziale verticale, il rapporto di lavoro perdura anche nei periodi di sosta: prova ne sia che ai lavoratori impiegati secondo tale regime orario non spettano per i periodi di inattività né l’indennità di disoccupazione, né l’indennità di malattia, essendo quest’ultima correlata a una perdita di retribuzione che, nel periodo di inattività, non è dovuta per definizione.
Cass. civ., 10 novembre 2016 n. 22935
In materia di trasferimento di ramo di azienda opera, anche a seguito delle modifiche introdotte dall’articolo 32 del Dlgs 276/2003, il principio per cui per ramo d’azienda, ai sensi dell’articolo 2112 del Cc, deve intendersi ogni entità economica organizzata la quale, in occasione del trasferimento, conservi la sua identità, presupponendo ciò comunque una preesistente entità produttiva funzionalmente autonoma (potendo conservarsi solo qualcosa che già esiste), e non anche una struttura produttiva creata ad hoc in occasione del trasferimento o come tale unicamente identificata dalle parti del negozio traslativo, essendo preclusa l’esternalizzazione come forma incontrollata di espulsione di frazioni non coordinate fra loro, di semplici reparti o uffici, di articolazioni non autonome, unificate soltanto dalla volontà dell’imprenditore e non dall’inerenza del rapporto a un’entità economica dotata di autonoma e obiettiva funzionalità
Cass. civ., 10 novembre 2016 n. 22932
Nella fattispecie del contratto di somministrazione a tempo determinato, il quale cessa naturalmente al maturare del termine senza bisogno di recesso alcuno, il termine di decadenza di impugnazione, di cui all’articolo 6 della legge 604/1966, non si può fare decorrere da una comunicazione di recesso che per legge non è necessaria; né una tale necessità può desumersi dalla norma di cui alla lettera d) del comma 4 dell’articolo 32 della legge 183/2010, che non ha previsto in capo all’utilizzatore l’onere di comunicare la scadenza del rapporto. Sicché deve ritenersi che l’estensione alle ipotesi di cui alla lettera d), fra cui la somministrazione irregolare, delle disposizioni di cui all’articolo 6 della legge 604/1966, come modificato dal comma 1 del medesimo articolo 32, non includa la decorrenza del termine della ricezione di una comunicazione in forma scritta, strettamente e unicamente connessa al licenziamento.
Cass. civ., 8 novembre 2016 n. 22661
Rischia il posto del lavoro il dipendente che – per attestare la propria presenza – non utilizzi il badge aziendale in formato elettronico ma proceda a una certificazione manuale.
Cass. civ., 3 novembre 2016 n. 22313
E’ licenziabile il lavoratore che conservi sul computer aziendale files strettamente personali di contenuto pornografico.
Cass. civ., 2 novembre 2016 n. 22127
In materia di licenziamento disciplinare, la violazione del principio di immutabilità della contestazione non può essere ravvisata in ogni ipotesi di divergenza tra i fatti posti a base della contestazione iniziale e quelli che sorreggono il provvedimento disciplinare, ma solo nel caso in cui tale divergenza comporti in concreto una violazione del diritto di difesa del lavoratore, per essere intervenuta una sostanziale immutazione del fatto addebitato che si realizza quando il quadro di riferimento sia talmente diverso da quello posto a fondamento della sanzione da menomare concretamente il diritto di difesa.
FALLIMENTO E ALTRE PROCEDURE CONCURSUALI
Cass. civ., 17 novembre 2016 n. 23420
In tema di iniziativa per la dichiarazione di fallimento, al fine di verificare la legittimazione del creditore istante, l’articolo 6 legge fallimentare non presuppone un definitivo accertamento del credito in sede giudiziale, né l’esecutività del titolo, essendo sufficiente un accertamento incidentale da parte del giudice.
DIRITTO PROCESSUALE CIVILE
Cass. civ., 7 dicembre 2016 n. 25078
Nulla da fare qualora si sbagli il grado di impugnazione. In casi di incompetenza funzionale infatti si è di fronte ad una inammissibilità radicale ed insanabile che non obbliga il giudice, né tantomeno dà diritto all’impugnante, a trasmettere la causa al giudice competente.
Cass. civ., 7 dicembre 2016 n. 25074
Nel contenzioso civile l’appellante non può limitarsi a invocare la violazione del termine di comparizione in primo grado, ma deve addurre specificamente l’attività difensiva e di merito che avrebbe inteso svolgere e che gli è stata in concreto impedita per non ridurre il processo a un mero esercizio di stile o su vuote regole.
Cass. civ., 30 novembre 2016 n. 24437
Il giudice d’appello il quale rileva che l’appellante ha depositato una copia incompleta della sentenza impugnata, se non può decidere in base al complesso dei documenti disponibili, non deve immediatamente dichiarare l’improcedibilità dell’appello in quanto tale statuizione, di carattere sanzionatorio, presuppone un comportamento colpevole della parte, cioè una condotta a essa imputabile sotto il profilo dell’inerzia o imprudenza, sicché deve assegnare all’appellante stesso un termine per provvedere al deposito di una copia completa della decisione oggetto di gravame, potendosi poi solo in caso di inottemperanza a tale invito pervenire alla suddetta declaratoria di tipo sanzionatorio.
Cass. civ., 29 novembre 2016 n. 24353
È Roma il foro competente per la richiesta di risarcimento del danno da parte dei medici specializzati che non hanno percepito alcuna remunerazione per lo svolgimento dei corsi di formazione a causa dell’inadempimento legislativo dell’Italia rispetto alle direttive CEE 75/363 e 82/76.
DIRITTO E PROCEDURA PENALE
Cass. pen., 22 dicembre 2016 n. 54531
Legittimo il sequestro preventivo dei cani. Si tratta di cose pertinenti al reato di disturbo del riposo delle persone la cui disponibilità da parte dell’indagato può protrarre la loro consumazione.
Cass. pen., 20 dicembre 2016 n. 53974
Risponde di peculato l’amministratore di una società in house del comune che dopo aver destinato parte della propria retribuzione a specifiche finalità sociali, attinga liberamente alle casse della municipalizzata, attraverso una carta di credito aziendale, per soddisfare spese personali e dei propri familiari. E questo anche se gli importi prelevati sono di gran lunga inferiori a quelli lasciati in azienda per spirito di liberalità.
Cass. pen., 15 dicembre 2016 n. 53352
Niente confisca delle aree oggetto di lottizzazione abusiva in presenza di autorizzazione in sanatoria a lottizzare, atteso che questa, pur non estinguendo il reato di lottizzazione abusiva dimostrata ex post la conformità agli strumenti urbanistici e alla volontà dell’amministrazione di rinunciare all’acquisizione delle aree al patrimonio indisponibile comunale.
Cass. pen., 14 dicembre 2016 n. 52857
In presenza di un reato tributario il sequestro è legittimo, ma deve tenere conto dell’accordo sottoscritto dal contribuente con il Fisco per la restituzione rateizzata della somma dovuta.
Cass. pen., 6 dicembre 2016 n. 51889
Le acque reflue non ricollegabili al metabolismo umano o non provenienti dalla attività domestica hanno carattere industriale, per cui il relativo sversamento sul terreno integra un reato ambientale.
Cass. pen., 1 dicembre 2016 n. 51276
La revoca degli arresti domiciliari per un indagato per “rissa aggravata” e “percosse” non può essere disposta in nome del tollerabile antagonismo politico giovanile.
Cass. pen., 30 novembre 2016 n. 50750
La rinuncia a tutti i motivi di appello ad esclusione soltanto di quello riguardante la misura della pena deve ritenersi comprensiva anche di quei motivi attraverso i quali l’appellante ha richiesto il riconoscimento di circostanze attenuanti» (e anche quelli concernenti la recidiva).
Cass. pen., 29 novembre 2016 n. 50733
Piena confiscabilità di due autocarri in leasing per appropriazione indebita dei mezzi, quando all’inadempimento contrattuale i beni non vengano restituiti al legittimo proprietario, ma trattenuti come propri.
Cass. pen., 28 novembre 2016 n. 50352
Il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, operante nei servizi con compiti ispettivi di vigilanza (nella specie, si trattava di personale in servizio presso un’agenzia regionale per l’ambiente: Arpa) è, nei limiti delle proprie attribuzioni, ufficiale di polizia giudiziaria, in ragione delle specifiche competenze attribuitegli e alla rilevanza – anche costituzionale – del bene (l’ambiente) al quale le stesse attengono. Ciò, del resto, dovendolo desumere, con riferimento al disposto generale dell’articolo 57, comma 3, del Cpp, dal decreto legge 4 dicembre 1993 n. 496, convertito dalla legge 21 gennaio 1994 n. 61, istitutivo dell’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente e delle agenzie regionali e provinciali, nonché dal decreto ministeriale 17 gennaio 1997 n. 58, di disciplina del profilo professionale del tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.
Cass. pen., 28 novembre 2016 n. 50329
L’uccisione di un cane può essere scriminata dallo «stato di necessità» se avvenuta per difendere il proprio animale di piccola taglia da una aggressione ritenuta pericolosa.
Cass. pen., 4 novembre 2016 n. 47978
La circostanza aggravante dell’ingente quantità di sostanza stupefacente, prevista dall’articolo 80, comma 2, del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, non è di norma ravvisabile quando la quantità sia inferiore a “2000 volte” il valore massimo in milligrammi (valore-soglia), determinato per ogni sostanza nella tabella allegata al Dm 11 aprile 2006, ferma restando la discrezionale valutazione del giudice di merito, quando tale quantità sia superata
Corte Costituzionale, 10 novembre 2016 n. 236
E’ costituzionalmente illegittimo l’articolo 567, secondo comma, del codice penale – che sanziona l’alterazione dello stato civile di una neonato mediante false dichiarazioni – nella parte in cui prevede la pena edittale della reclusione da un minimo di cinque a un massimo di quindici anni, anziché da un minimo di tre a un massimo di dieci anni, come previsto per la medesima fattispecie di reato perpetrata per mediante la condotta, giudicata non meno grave, di sostituzione di neonato.
Cass. pen., 8 novembre 2016 n. 46874
La pubblicazione di un messaggio su Facebook, tanto più se ritenuto intimidatorio nei confronti della vittima dell’illecito, comporta la revoca dei domiciliari.
Cass. pen., 6 novembre 2016 n. 46688
Quando è stata pronunciata sentenza di condanna per uno dei reati abrogati e trasformati in illeciti civili a seguito del decreto legislativo 15 gennaio 2016 n. 7, il giudice dell’impugnazione, nel dichiarare che il fatto non è previsto dalla legge come reato, deve revocare anche i capi della sentenza che concernono gli interessi civili. Il giudice della esecuzione, viceversa, revoca, con la stessa formula, la sentenza di condanna o il decreto irrevocabili, lasciando ferme le disposizioni e i capi che concernono gli interessi civili.
Cass. pen., 3 novembre 2016 n. 46255
Anche in presenza di un danno di speciale tenuità non è scontata l’applicazione dell’articolo 131-bis, in quanto l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto deve basarsi su di una valutazione che tenga conto anche della condotta e della colpevolezza.
Cass. pen., 3 novembre 2016 n. 46170
Il requisito dell’abusività della condotta, espresso dall’avverbio abusivamente utilizzato nell’articolo 452-bis del Cp, va interpretato negli stessi termini del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152), ovvero laddove vi sia inosservanza delle prescrizioni delle autorizzazioni: il che si verifica non solo allorché tali autorizzazioni manchino del tutto (attività clandestina) ma anche quando esse siano scadute o palesemente illegittime. Va dunque riconosciuto un concetto ampio di condotta abusiva, anche alla luce dei contenuti della direttiva 2008/99/Ce, comprensivo non soltanto di quella posta in essere in violazione delle leggi statali o regionali, ancorché non strettamente pertinenti al settore ambientale, ma anche di prescrizioni amministrative.
Cass. pen., 2 novembre 2016 n. 45998
Bancarotta fraudolenta documentale per l’imprenditore che – per evitare la ricostruzione di operazioni che hanno poi portato al fallimento societario – decida di disfarsi delle carte contabili gettandole nel cassonetti della spazzatura.
DIRITTO AMMINISTRATIVO
Consiglio di Stato, 25 novembre 2016 n. 4994
Il giudizio sulla legittimità delle determinazioni dalle Commissioni di gara incaricate di valutare le offerte tecniche e di attribuire i relativi punteggi non può estendersi fino a scrutinare il merito dei pertinenti giudizi tecnici, se non nelle limitate ipotesi in cui gli stessi risultino assunti sulla base di una fallace rappresentazione della realtà fattuale o in esito a una delibazione del tutto illogica o arbitraria della qualità dell’offerta tecnica.
Consiglio di Stato, 24 novembre 2016 n. 4959
Premesso che la prova di una concreta alterazione della selezione non deve essere fornita dalla stazione appaltante, ma può essere presunta sulla base degli intrecci familiari, societari o di interesse esistenti tra gli operatori, tali da fare ritenere che le loro offerte siano riconducibili a un unico centro decisionale ai sensi dell’articolo 38, comma 2, penultimo periodo, del Dlgs n. 163 del 2006; pertanto, una volta ricostruiti gli elementi indiziari gravi e precisi di collegamento sostanziale in un quadro complessivo tale da ritenere provata questa situazione, l’alterazione del risultato della gara è legittimamente presunta dalla stazione appaltante, tanto più quando la selezione delle offerte avviene sulla base del massimo ribasso e la determinazione della soglia di anomalia viene effettuata secondo il meccanismo del cosiddetto taglio delle ali di cui all’articolo 86, comma 1, del decreto legislativo n. 163 del 2006, in cui l’incidenza delle offerte sulla graduatoria finale deriva dagli automatismi insiti nel criterio selettivo in questione, potendo invece essere in ipotesi escluso dal fatto che le due offerte economiche sono del tutto divergenti, atteso che la fattispecie di collegamento sostanziale cui alla lettera m-quater del comma 1 dell’articolo 38 del Codice è qualificabile come di “pericolo presunto”, in coerenza con la sua funzione di garanzia di ordine preventivo rispetto al superiore interesse alla genuinità della competizione che si attua mediante le procedure a evidenza pubblica, e con la circostanza che la concreta alterazione degli esiti della selezione non è nella disponibilità delle imprese sostanzialmente collegate, ma dipende da variabili indipendenti rispetto alla loro volontà, quali in particolare il numero delle partecipanti e l’entità dei ribassi. Pertanto, solo una prova certa e irrefutabile può escludere l’ipotesi prevista dalla citata lettera m-quater.
Consiglio di Stato, 21 novembre 2016 n. 4863
Con i motivi aggiunti non possono dedursi, in base alle risultanze della verificazione disposta dal giudice, vizi inediti e cioè vizi che non trovano sufficiente e adeguato riscontro in quelli dedotti col ricorso introduttivo; in particolare, nel giudizio elettorale sono ammissibili i motivi aggiunti che costituiscano esplicitazione, puntualizzazione o svolgimento di censure tempestivamente proposte, mentre non sono ammessi nuovi motivi derivanti da ulteriori vizi emersi a seguito delle verifiche istruttorie disposte dal giudice in relazione alle originarie censure, così conciliandosi i contrapposti interessi in gioco della effettività della tutela giurisdizionale e della celerità e speditezza che il giudizio elettorale deve in ogni caso assicurare. Ai sensi dell’articolo 279, commi 2 e 4, del Cpc, nel caso di sentenza non definitiva e di prosecuzione del giudizio per l’ulteriore istruzione della controversia, il giudice resta da questa vincolata sia in ordine alle questioni definite, sia per quelle che ne costituiscano il presupposto logico necessario, senza poter risolvere quelle questioni in senso diverso con la sentenza definitiva e, ove lo faccia, il giudice di legittimità può rilevare d’ufficio non solo la violazione del giudicato interno originante dalla sentenza non definitiva che non sia immediatamente impugnata, né fatta oggetto di riserva di impugnazione differita, ma anche la preclusione che gli derivi dalla propria decisione non definitiva sul punto, ove fatta oggetto di riserva di impugnazione differita; pertanto, la riserva di appello non incide sui poteri del giudice di primo grado, avendo come effetto la possibilità per la parte di decidere se impugnare o meno la sentenza entro il termine di impugnazione della sentenza definitiva, vale a dire una volta che sia chiaro il complessivo assetto degli interessi determinato dal giudizio di primo grado.
DIRITTO INTERNAZIONALE E COMUNITARIO
Corte Giustizia U.E., 21 dicembre 2016 n. C444/2015
Non è necessario procedere alla “Valutazione di impatto ambientale”, secondo la direttiva VAS, qualora il piano di interventi sia limitato all’utilizzo di «piccole zone a livello locale». E ciò anche quando l’amministrazione richieda una «valutazione di incidenza» sul territorio (direttiva «habitats» 92/43/CEE).
Corte Giustizia U.E., 23 novembre 2016 n. C442/2014
Ad un cittadino, o una associazione, che chiede l’accesso a documenti in materia ambientale, non può essere opposta la tutela del «segreto commerciale e industriale» per tacere informazioni relative alla natura e agli effetti delle emissioni di un pesticida nell’aria, nell’acqua, nel suolo o sulle piante.
C.G.A., 21 novembre 2016 n. C417
È illegittimo il concorso universitario per la nomina di un ricercatore se il trasferimento del padre – professore universitario nel medesimo ateneo – da un Dipartimento all’altro è avvenuto con il chiaro scopo di aggirare le regole sulle incompatibilità previste dall’articolo 18 della legge Gelmini (n. 240 del 2010) per i parenti entro il quarto grado.
Corte Giustizia U.E., 8 novembre 2016 n. C554/2014
All’atto del trasferimento di un detenuto presso un altro Stato Ue, la pena della reclusione non può essere ridotta in considerazione del lavoro già svolto in prigione se la normativa del primo Stato membro non contemplava il beneficio.