L’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA) è stata citata in giudizio avanti la Corte Europea per il suo rifiuto a pubblicare i nominativi della aziende che immettono nel mercato europeo le sostanze chimiche più pericolose.
Le due associazioni ambientaliste promotrici del ricorso, Chemsec e Clientearth, sostengono che siano state perpetrate numerose violazioni alle norme comunitarie volte a promuovere la trasparenza, la democrazia e la legittimità di definizione delle politiche comunitarie: il rifiuto alla divulgazione dei nominativi delle società e dei volumi immessi sul mercato di sostanze aventi un alto profilo di pericolosità (sono circa 356 sostanze, incluse nella “Candidate List” ai sensi dell’art. 59 del REACH) vada contro le norme sulla tutela della salute pubblica e contro le norme di trasparenza dell’UE sulla divulgazione delle informazioni ambientali, precludendo l’uso sicuro delle sostanze chimiche. Ciò costituirebbe quindi una violazione alla Convenzione sull’accesso del pubblico alla documentazione detenuta dalle istituzioni della COmunità europea (Reg. 1049/2001) nonchè sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in material ambientale (Reg. 1367/2006).
Per visionare integralmente l’ “Application to the General Court of The European Union”:
www.clientearth.org/reports/Application_to_the_General_Court_CE&CSvECHA.pdf