GIURISPRUDENZA IN PILLOLE – RASSEGNA MAGGIO-GIUGNO 2016

FAMIGLIA E MINORI

Cass. civ., 8 giugno 2016 n. 11783
Il giudice nell’interesse dei figli, accertata l’assenza di conflittualità, può assegnare al genitore collocatario anche soltanto una parte dell’immobile precedentemente adibito a casa familiare.

Cass. civ., 3 giugno 2016 n. 11504
La comunione legale tra i coniugi riguarda e comprende tutti gli atti che comportano un trasferimento del diritto di proprietà o la costituzione di altri diritti reali e non i diritti di credito sorti dal preliminare concluso da uno solo dei coniugi. Quindi in caso di preliminare stipulato da uno solo dei coniugi l’altro non può vantare alcun diritto, non essendo legittimato ad agire ex articolo 2932 del codice civile.

SUCCESSIONI E DONAZIONI

Cass. civ., 23 maggio 2016 n. 10610
L’indicazione erronea della data nel testamento olografo, dovuta, cioè ad errore materiale del testatore (per distrazione, ignoranza od altra causa), anche se concretantesi in una data impossibile, non voluta, però, come tale, dal testatore, può essere rettificata dal giudice, avvalendosi di altri elementi intrinseci della scheda testamentaria, così da rispettare il requisito essenziale della autografia dell’atto.

Cass. civ., 3 maggio 2016 n. 8692
In tema di compravendita immobiliare, effettuata da un coerede, di un bene caduto in successione la domanda con la quale l’acquirente chieda all’alienante di garantirlo dalle conseguenze della pronuncia di riscatto va ricondotta alla fattispecie della garanzia per evizione, i cui effetti conseguono al mero fatto obiettivo della perdita del diritto acquistato, che, facendo venire meno la ragione giustificatrice della controprestazione, altera l’equilibrio del sinallagma funzionale e fa sorgere la necessità di porvi rimedio con il ripristino della situazione economica dell’acquirente anteriore all’acquisto. Ne consegue che, ai fini della responsabilità dell’alienante, è irrilevante che l’acquirente abbia avuto conoscenza della possibile causa dell’evizione.

OBBLIGAZIONI E CONTRATTI

Cass. civ., 10 giugno 2016 n. 11971
La revoca immotivata dell’incarico di responsabile commerciale di una determinata area geografica, che determini il sostanziale azzeramento del compenso del prestatore di lavoro, può configurare una giusta causa di recesso dal separato contratto di agenzia di promozione finanziaria stipulato tra le stesse parti.

Cass. civ., 31 maggio 2016 n. 11327
Il requisito della determinatezza o determinabilità dell’oggetto di un preliminare di vendita di immobile non postula la specificazione di almeno tre dei suoi confini, trattandosi di indicazione rilevante ai fini della trascrizione, ma non indispensabile per la sicura identificazione del bene, evincibile anche da altri dati.

Cass. civ., 31 maggio 2016 n. 11247
Costituisce elemento costitutivo della cessione di ramo d’azienda prevista dall’articolo 2112 del Cc, anche nel testo modificato dall’articolo 32 del Dlgs 276/2003, l’autonomia funzionale del ramo ceduto, ovvero la capacità di questo, già al momento dello scorporo dal complesso cedente, di provvedere a uno scopo produttivo con i propri mezzi, funzionali e organizzativi e quindi di svolgere – autonomamente dal cedente e senza integrazioni di rilievo da parte del cessionario – il servizio o la funzione cui risultava finalizzato nell’ambito dell’impresa cedente al momento della cessione, indipendentemente dal coevo contratto di fornitura di servizi che venga contestualmente stipulato tra le parti. Incombe su chi intenda avvalersi degli effetti previsti dall’articolo 2112 del Cc, che costituiscono eccezione al principio del necessario consenso del contraente ceduto stabilito dall’articolo 1406 del Cc, fornire la prova dell’esistenza di tutti i requisiti che ne condizionano l’operatività.

Cass. civ., 25 maggio 2016 n. 10865
In relazione alle spese di manutenzione ordinaria o straordinaria delle cose comuni, che l’amministratore del condominio abbia effettuato senza preventiva approvazione del relativo progetto, deve sempre ritenersi consentito all’assemblea di approvare successivamente le spese medesime, disponendone il rimborso, trattandosi di delibera comune riconducibile fra le attribuzioni conferitele dall’articolo 1135 del Cc; pertanto, è consentito all’assemblea, in presenza di spese di manutenzione derivanti da un incarico conferito dall’amministratore a un professionista, l’adozione di una delibera in cui si chieda conto dell’operato del tecnico e si richieda una riduzione del compenso da questo stesso preteso.

Cass. civ., 19 maggio 2016 n. 10326
L’accordo raggiunto tra il professionista e il Comune per la progettazione di lavori di urbanizzazione ha un suo valore giuridico e, quindi può considerarsi valido, solo se il finanziamento legato all’esecuzione dei lavori sia approvato.

Cass. civ., 16 maggio 2016 n. 9982
Il gestore telefonico può provare il consenso del cliente alla ricezione di sms pubblicitari anche attraverso registrazioni e riproduzioni informatiche senza dunque dover produrre in giudizio un pezzo di carta scritto.

Cass. civ., 10 maggio 2016 n. 9389
In caso di stipula del contratto di mutuo fondiario ai sensi dell’articolo 3 del Dpr 7/1976, l’onere della prova dell’erogazione della somma data a mutuo è assolto dall’istituto di credito mutuante mediante la produzione in giudizio dell’atto pubblico notarile di erogazione e quietanza (che fa piena prova dell’avvenuto versamento in favore del mutuatario), spettando, in tal caso, al debitore che si opponga all’azione esecutiva del creditore dare la prova della restituzione della somma mutuata e degli accessori ovvero di altre cause estintive dell’obbligazione restitutoria.

Cass. civ., 9 maggio 2016 n. 9318
Se privo degli estremi della sanatoria (o della concessione edilizia), il contratto preliminare di compravendita di un immobile non è per questo nullo, trattandosi di una conseguenza che la legge riserva ai soli contratti ad effetti reali. Non solo, in caso di inadempimento, può essere richiesta l’esecuzione in forma specifica e la documentazione riguardante il condono può essere prodotta nel corso del giudizio.

COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI

Cass. civ., 23 giugno 2016 n. 13012
L’acquisto di un immobile in locazione in cui viene esercitata attività di vendita al pubblico costringe il nuovo proprietario – in caso di cessazione del contratto – a versare l’indennità di avviamento per finita locazione.

Cass. civ., 17 giugno 2016 n. 12536
La comunicazione al conduttore di una offerta di acquisto cumulativa con l’appartamento confinante è idonea a consentire l’esercizio della prelazione, anche limitatamente al solo immobile locato, che quindi deve essere esercitata a pena di decadenza nei termini previsti dall’articolo 38, comma 2, della legge n. 392 del 1978.

Cass. civ., 14 giugno 2016 n. 12235
Il successore a titolo particolare nella proprietà condominiale ha interesse a impugnare di nullità le deliberazioni dell’assemblea dei condomini, prese prima del suo acquisto, allorché esse abbiano avuto per oggetto materie destinate a incidere sulla sua nuova sfera giuridica.

Cass. civ., 26 maggio 2016 n. 10896
In una locazione non abitativa, il conduttore non può chiedere la ripetizione delle spese sostenute per interventi strutturali sull’immobile, anche se ritenuti urgenti per la staticità del fabbricato, se le clausole contrattuali escludono espressamente ogni diritto al rimborso.

RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI

Cass. civ., 15 giugno 2016 n. 12288
Le tabelle milanesi non rappresentano un fatto notorio. Così qualora si voglia eccepire in giudizio l’irregolare corresponsione delle somme su base tabellare bisogna proporre nel fascicolo i “parametri” che non sarebbero adeguati per il risarcimento del danno patito.

Cass. civ., 7 giugno 2016 n. 11649
Se accanto al patto di trasferimento della proprietà, non vi è stato anche un atto di cessione del credito, il diritto al risarcimento dei danni compete esclusivamente a chi, essendo proprietario del bene al momento dell’evento dannoso, ha subito la relativa diminuzione patrimoniale.

Cass. civ., 24 maggio 2016 n. 10714
A causa della «maggiore invasività» per le telefonate promozionali preregistrate, prive cioè della presenza dell’operatore all’altro capo del filo, è sempre necessario aver acquisito precedentemente, e per quella specifica comunicazione, il consenso del ricevente.

Cass. civ., 24 maggio 2016 n. 10700
L’avvocato – in caso di furto d’auto – non è responsabile per aver inoltrato la richiesta di risarcimento danni all’assicurazione fuori dai termini, quando l’incarico sia stato affidato non dal legittimo proprietario ma dal semplice utilizzatore.

Cass. civ., 4 maggio 2016 n. 8896
La liquidazione del danno patrimoniale da incapacità lavorativa, patito in conseguenza d’un sinistro stradale da un soggetto percettore di reddito da lavoro, deve avvenire ponendo a base del calcolo il reddito effettivamente perduto dalla vittima, e non il triplo della pensione sociale

Cass. civ., 3 maggio 2016 n. 8646
A seguito di un omicidio commesso per vendetta contro chi abbia cercato di contrastare la mafia, l’azione civile diretta dei congiunti per il risarcimento del danno contro chi è stato ritenuto colpevole in sede penale può viaggiare di pari passo con quella mirante ad ottenere l’indennizzo previsto per questi casi dalla Stato.

DIRITTO DEL LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Cass. civ., 30 giugno 2016 n. 13455
È nullo il licenziamento per «assenza ingiustificata» qualora al termine della maternità la lavoratrice non si presenti presso la sede della società in un diverso comune dove il datore l’ha nel frattempo trasferita.

Cass. civ., 21 giugno 2016 n. 12823
L’azienda in crisi con un calo del fatturato giustifica il licenziamento del dirigente.

Cass. civ., 20 giugno 2016 n. 12683
Ai fini della fruizione della riduzione dei contributi di cui al comma 9 dell’articolo 8 della legge 407/1990, non osta il mancato rispetto degli obblighi di comunicazione previsti dal decreto interministeriale del 30 ottobre 2007, con il quale è stato istituito il modulo Unificato Lav; per tali inadempimenti, infatti, non è prevista la decadenza dal godimento dei benefici, ma solo la sanzione amministrativa.

Cass. civ., 20 giugno 2016 n. 12679
Il diritto del candidato vincitore ad assumere l’inquadramento previsto dal bando di concorso, espletato dalla Pa in regime di pubblico impiego privatizzato per il reclutamento dei propri dipendenti, è subordinato alla permanenza, al momento dell’adozione del provvedimento di nomina, dell’assetto organizzativo degli uffici in forza del quale il bando era stato emesso. Se tale assetto organizzativo è mutato a causa di uno ius superveniens, l’amministrazione ha il potere-dovere di bloccare i provvedimenti dai quali possano derivare nuove assunzioni che non corrispondano più alle oggettive necessità di incremento del personale, quali valutate prima dello ius superveniens, in base all’articolo 97 della Costituzione.

Cass. civ., 20 giugno 2016 n. 12678
Nella nuova disciplina della dirigenza pubblica, pur non essendo configurabile un diritto soggettivo a conservare, ovvero a ottenere, un determinato incarico di funzione dirigenziale, nondimeno l’amministrazione non può, a suo insindacabile arbitrio, affidare o non affidare incarichi dirigenziali (in prima battuta oppure una volta che siano venuti a scadenza) e lasciare immotivatamente e ingiustificatamente il dirigente pubblico senza incarico e senza compiti di natura dirigenziale.

Cass. civ., 20 giugno 2016 n. 12671
In virtù del principio di autonomia posto dal Dlgs 509/1994, l’Inpgi può disciplinare in maniera autonoma, e quindi diversamente da quanto disposto per l’assicurazione generale obbligatoria, anche la materia del cumulo tra reddito da lavoro e trattamento pensionistico.

Cass. civ., 17 giugno 2016 n. 12588
Il licenziamento intimato all’esito della procedura di licenziamento collettivo può essere dichiarato inefficace, ai sensi del comma 12 dell’articolo 4 della legge 223/1991, solo quando l’omissione di una delle comunicazioni previste si sia rivelata essenziale per fare si che la procedura di licenziamento collettivo per riduzione di personale possa raggiungere lo scopo cui è preordinata, rappresentato dal consentire ai lavoratori interessati, alle organizzazioni sindacali e agli organi amministrativi di controllare la correttezza e trasparenza della complessiva operazione e la eventuale rispondenza a eventuali accordi raggiunti.

Cass. civ., 13 giugno 2016 n. 12101
In caso di licenziamento per motivi economici, spetta all’azienda dimostrare l’impossibilità di reimpiegare diversamente il lavoratore. Non è dunque onere del dipendente indicare eventuali soluzioni alternative.

Cass. civ., 10 giugno 2016 n. 11976
L’articolo 53 del Ccnl per i dipendenti da imprese radiotelevisive private del 16 dicembre 2011 va interpretato nel senso che il termine massimo di comporto di 15 mesi riguarda solo le assenze per malattia e non anche quelle per infortunio sul lavoro.

Cass. civ., 9 giugno 2016 n. 11868
Il principio di immutabilità della contestazione non impedisce al datore di lavoro, nei casi di sospensione del procedimento disciplinare per la contestuale pendenza del processo penale relativo ai medesimi fatti, di utilizzare, all’atto della riattivazione del procedimento, gli accertamenti compiuti in sede penale per meglio circoscrivere l’addebito, ricompreso in quello originario, purché ciò avvenga nel rispetto del diritto di difesa, ossia ponendo il lavoratore in condizione di replicare alle accuse, così come precisate al momento della riattivazione. Il principio della specificità della contestazione disciplinare non richiede l’osservanza di schemi prestabiliti e rigidi, sicché è ammissibile la contestazione per relationem ogniqualvolta i fatti e i comportamenti richiamati siano a conoscenza dell’interessato.

Cass. civ., 9 giugno 2016 n. 11859
Al dipendente pubblico che alla data del 31 dicembre 2011 abbia maturato 65 anni di anzianità ovvero 40 anni di contribuzione ovvero abbia raggiunto quota 96 ai sensi della lettera c) del comma 6 dell’articolo 1 della legge 243/2004, come modificata dalla legge 247/2007, si applicano, ai fini del trattamento pensionistico, obbligatoriamente il regime di accesso e le decorrenze previgenti alla riforma, con la conseguenza che, per il detto dipendente, trovano anche applicazione le previgenti disposizioni, ivi compreso il comma 11 dell’articolo 72 del Dl 112/2008. In sostanza in dipendente con diritto a pensione maturato entro il 31 dicembre 2011 non può esercitare una opzione per il nuovo regime, ma soggiace comunque obbligatoriamente al regime previgente.

Cass. civ., 3 giugno 2016 n. 11514
Il contributo del due per cento previsto dal comma 39 dell’articolo 1 della legge 243/2004 dovuto dalle società di capitali, ha come base di calcolo il fatturato annuo attinente prestazioni specialistiche rese per il (e rimborsate dal) Servizio sanitario nazionale ed effettuate con l’apporto di medici o odontoiatri operanti con le società in forma di collaborazione autonoma libero-professionale con l’abbattimento forfettario di legge per costo dei materiali spese generali ai sensi dei Dpr nn. 119 e 120 del 23 marzo 1988, con esclusione del fatturato attinente a prestazioni specialistiche rese senza l’apporto di medici od odontoiatri.

Cass. civ., 30 maggio 2016 n. 11130
Scatta il licenziamento per il dirigente medico della Asl che nell’ambito della sua attività libero professionale extra moenia rilasci un certificato di idoneità per il conseguimento del porto d’armi.

Cass. civ., 26 maggio 2016 n. 10950
Il giudice di secondo grado investito del gravame con cui si chieda l’invalidazione di un licenziamento disciplinare deve verificare che l’infrazione contestata, ove in punto di fatto accertata o pacifica, sia astrattamente sussumibile sotto la specie della giusta causa o del giustificato motivo oggettivo di recesso e, in caso di esito positivo di tale delibazione, deve poi, anche d’ufficio, apprezzare in concreto (e non semplicemente in astratto) la gravità dell’addebito, essendo pur sempre necessario che esso rivesta il carattere di grave negazione dell’elemento essenziale della fiducia e che la condotta del dipendente sia idonea a ledere irrimediabilmente la fiducia circa la futura correttezza dell’adempimento della prestazione dedotta in contratto, in quanto sintomatica di un certo atteggiarsi del lavoratore rispetto all’adempimento dei suoi obblighi.

Cass. civ., 26 maggio 2016 n. 10946
In caso di pensionamento anticipato del personale dipendente da imprese pubbliche di trasporto previsto dal Dl 501/1995, convertito dalla legge 11/1996, la maggiorazione contributiva prevista dall’articolo 4 del Dl citato deve essere imputata alla quota di pensione maturata successivamente al 31 dicembre 1994 e, pertanto, a essa deve essere applicata l’aliquota annua di rendimento del 2% prevista dalle disposizioni in vigore a tale momento, e non invece l’aliquota del 2,5% applicabile sulla contribuzione maturata fino al 31 dicembre 1994.

Cass. civ., 26 maggio 2016 n. 10945
Ai fini dell’accertamento della legittimità del licenziamento, il giustificato motivo oggettivo costituito dalla inidoneità fisica del lavoratore può essere provato con qualsiasi mezzo consentito dall’ordinamento, senza che trovi applicazione l’articolo 5 della legge 300/1970, che individua i soggetti legittimati a svolgere accertamenti sulla persona del lavoratore, ma non procedimentalizza un licenziamento per inidoneità fisica.

Cass. civ., 25 maggio 2016 n. 10840
Il termine di decadenza di sessanta giorni per l’impugnazione della deliberazione assembleare di esclusione del socio di cooperativa, può essere impedito dal deposito di un ricorso nelle forme di cui all’articolo 700 del Cpc. Se infatti è vero che la misura cautelare anticipatoria non ha l’idoneità ad acquisire efficacia di giudicato, è anche vero che la successiva instaurazione del giudizio di merito è divenuta facoltativa; interpretare le norme sulla decadenza nel senso di richiedere una azione idonea a dare luogo al giudicato significherebbe estendere l’ambito di applicazione della decadenza laddove le norme che la prevedono sono di stretta interpretazione.

Cass. civ., 18 maggio 2016 n. 10252
Se il datore di lavoro nel comunicare il licenziamento per superamento del periodo di comporto, indica, pur non essendovi tenuto, anche il dettaglio dei giorni di assenza del dipendente ma sbaglia, non puoi poi in giudizio correggere il tiro indicando assenze pregresse non menzionate nel prospetto.

Cass. civ., 17 maggio 2016 n. 10069
Il lavoratore subordinato che richieda un rimborso spese maggiore rispetto alle somme effettivamente versate rischia il licenziamento: tale comportamento genera difatti la rottura del rapporto di fiducia e collaborazione tra prestatore e datore.

Cass. civ., 6 maggio 2016 n. 9144
In caso di passaggio dalla scuola materna alla scuola secondaria, l’insegnante ha diritto al riconoscimento integrale dell’anzianità maturata nel ruolo della scuola materna

Cass. civ., 2 maggio 2016 n. 8594
In caso di paternità biologica, l’avvocato non ha diritto a percepire l’indennità di maternità a carico della Cassa forense al posto della moglie.

SOCIETA’ E DIRITTO COMMERCIALE

Cass. civ., 31 maggio 2016 n. 11250
Il socio accomandante assume responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali solo ove contravvenga al divieto di compiere atti di amministrazione – intesi questi ultimi quali atti di gestione, aventi influenza decisiva o almeno rilevante sull’amministrazione della società, non già di atti di mero ordine o esecutivi – o di trattare o concludere affari in nome della società.

PROCEDURE ESECUTIVE

Cass. civ., 22 giugno 2016 n. 12877
Nell’esecuzione le spese necessarie alla conservazione dell’immobile pignorato sono a carico del creditore procedente.

Cass. civ., 14 giugno 2016 n. 12242
Chi in pendenza di un processo esecutivo esegua lavori sull’immobile pignorato non può poi esercitare contro l’aggiudicatario un’azione di indebito arricchimento per richiedere gli importi spesi per la ristrutturazione.

Cass. civ., 10 maggio 2016 n. 9390
Nel caso in cui il creditore procedente notifichi l’ordinanza di assegnazione al terzo in forma esecutiva contestualmente all’atto di precetto, senza però averlo preventivamente informato, può configurarsi un «abuso dello strumento esecutivo», e le spese sostenute per il precetto restano a suo carico.

Cass. civ., 5 maggio 2016 n. 8959
In tema di opposizione agli atti esecutivi, la richiesta rivolta dal debitore al giudice dell’esecuzione perché ne sia dichiarata l’improcedibilità per non essere il difensore del creditore procedente munito di valida procura alle liti, non ha natura di opposizione esecutiva, perché non è volta a far rilevare la nullità di un singolo atto del processo né è necessaria per impedire che tale nullità resti sanata; tale istanza, inoltre, non è soggetta ai termini di decadenza previsti per le opposizioni agli atti esecutivi, potendo la perdurante mancanza di un difensore munito di valida procura essere rilevata e dichiarata dal giudice dell’esecuzione in qualsiasi momento del procedimento anche senza l’impulso di parte.

DIRITTO PROCESSUALE CIVILE

Cass. civ., 21 giugno 2016 n. 12727
In caso di crediti originati da un unico rapporto, la cui identità non è esclusa dal fatto che uno di essi abbia natura risarcitoria, derivando da inadempimento, è configurabile la cosiddetta compensazione atecnica, nel qual caso la valutazione delle reciproche pretese comporta l’accertamento del dare e avere, senza necessità di apposita domanda riconvenzionale o eccezione di compensazione, che postulano, invece, l’autonomia dei rapporti ai quali i crediti si riferiscono.

Cass. civ., 16 giugno 2016 n. 12387
La sentenza d’appello che riformando la decisione di primo grado faccia sorgere il diritto del cliente alla restituzione degli importi pagati al legale, a titolo di compenso professionale, non costituisce però titolo esecutivo se non contiene una espressa statuizione in tal senso. Per rientrare in possesso di quanto indebitamente corrisposto al professionista, l’assistito dovrà dunque attivare un autonomo giudizi» oppure proporre la sua domanda in sede di gravame.

Cass. civ., 19 maggio 2016 n. 10329
Il rigetto dell’azione volta ad ottenere l’annullamento di un contratto di compravendita «per incapacità di intendere e di volere» dell’alienante non esclude la successiva azione, mirante questa volta alla nullità dell’atto, per «circonvenzione» del venditore.

DIRITTO E PROCEDURA PENALE

Cass. pen., 16 giugno 2016 n. 25062
La depenalizzazione del reato di ingiuria non comporta che il danneggiato non debba essere risarcito sul fronte civile e né che debba essere instaurato un altro giudizio in sede civile.

Cass. pen., 13 giugno 2016 n. 24476
In materia di misure cautelari personali, ai fini dell’esigenza cautelare di cui all’articolo 274, comma 1, lettera c), del Cpp, nel testo introdotto dalla legge 16 aprile 2015 n. 47, l’espressa previsione dell’attualità del pericolo di reiterazione non è da intendersi come una mera endiadi rispetto alla previsione della concretezza di tale pericolo. Infatti, mentre la concretezza del pericolo richiama la necessaria esistenza di elementi reali dai quali si possa dedurre il pericolo, l’attualità del pericolo involge la valutazione di un pericolo prossimo all’epoca in cui viene applicata la misura ovvero di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati, non meramente ipotetiche e astratte, ma probabili nel loro vicino verificarsi: ricostruzione che è del resto coerente con la comune nozione di attualità che indica l’essere in atto, ovvero l’essere sentito come vivo e presente.

Cass. pen., 13 giugno 2016 n. 24430
In tema di confisca per equivalente, il giudice della cognizione, nei limiti del valore corrispondente al profitto del reato, può emettere il provvedimento ablatorio non solo in mancanza di un precedente provvedimento cautelare di sequestro, ma anche senza necessità dell’individuazione specifica dei beni da apprendere, rimettendo l’individuazione di tali beni alla fase esecutiva demandata al pubblico ministero, potendo comunque il destinatario ricorrere al giudice dell’esecuzione qualora dovesse ritenersi pregiudicato dai criteri adottati dal pubblico ministero nella selezione dei cespiti da confiscare.

Cass. pen., 10 giugno 2016 n. 24132
In tema di omicidio colposo determinato dalla perdita di controllo di un autoveicolo, qualora venga prospettata dall’imputato la tesi difensiva del malore improvviso – da inquadrarsi nella nozione di infermità incidente sulla capacità intellettiva e volitiva del soggetto come prevista dall’articolo 88 del Cp e non all’ipotesi di caso fortuito di cui all’articolo 45 stesso codice – il giudice di merito può correttamente disattenderla in assenza di elementi concreti capaci di renderla plausibile (ad esempio l’età o le condizioni psico-fisiche dell’imputato) e in presenza, peraltro, di elementi idonei a far ritenere che la perdita di controllo del veicolo sia stata determinata da un altro fattore non imprevedibile, quale un improvviso colpo di sonno dovuto a uno stato di spossatezza per lunga veglia, che avrebbe dovuto indurre il conducente a desistere dalla guida.

Cass. pen., 9 giugno 2016 n. 24065
Il reato di diffamazione sussiste solo se l’offesa è indirizzata a un soggetto determinato o comunque determinabile.

Cass. pen., 7 giugno 2016 n. 24365
La detenzione sul proprio pc di software complesso e costoso senza un marchio e di un manuale di diritto privato integrano una lesione del diritto d’autore con tutte le conseguenze penali che ne derivano.

Cass. pen., 31 maggio 2016 n. 23010
L’auto riduzione dell’assegno mensile da parte dell’ex coniuge non è sufficiente per dedurne il patimento di uno «stato di bisogno» da parte della moglie e dei figli atto a configurarne la responsabilità penale per violazione degli obblighi di assistenza.

Cass. pen., 30 maggio 2016 n. 22800
Integra il reato di abuso d’ufficio l’indebito uso del bene che non comporti la perdita dello stesso e la conseguente lesione patrimoniale a danno dell’avente diritto

Cass. pen., 27 maggio 2016 n. 22474
Sussiste il delitto di false comunicazioni sociali, con riguardo alla esposizione o alla omissione di fatti oggetto di valutazione, se, in presenza di criteri di valutazione normativamente fissati o di criteri tecnici generalmente accettati, l’agente da tali criteri si discosti consapevolmente e senza darne adeguata informazione giustificativa, in modo concretamente idoneo ad indurre in errore i destinatari delle comunicazioni.

Cass. pen., 20 maggio 2016 n. 21177
L’astensione del difensore dalle udienze non è riconducibile nell’ambito dell’istituto del legittimo impedimento, in quanto costituisce espressione dell’esercizio di un diritto di libertà, il cui corretto esercizio, attuato in ottemperanza a tutte le prescrizioni formali e sostanziali indicate dalle pluralità delle fonti regolatrici, impone il rinvio anche delle udienze camerali a partecipazione non necessaria.

Cass. pen., 19 maggio 2016 n. 20769
In tema di misure cautelari personali, il giudice sia nel momento di prima applicazione della misura cautelare (ex articolo 291 del c.p.p.) sia nel caso di sostituzione della misura (ex articolo 299 del c.p.p.), ove ritenga applicabile quella degli arresti domiciliari con il cosiddetto “braccialetto elettronico”, deve verificarne la disponibilità e, in caso negativo, escluso ogni automatismo nella scelta di applicare la misura della custodia in carcere ovvero quella degli arresti domiciliari semplici, deve applicare quella ritenuta idonea, adeguata e proporzionata in relazione alle esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto. In altri termini, l’accertata mancata reperibilità del dispositivo, impone al giudice una rivalutazione della fattispecie concreta, alla luce dei principi di adeguatezza e proporzionalità di ciascuna delle misure, in relazione alle esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto.

Cass. pen., 16 maggio 2016 n. 20125
Per la configurabilità della cooperazione colposa disciplinata dall’articolo 113 del Cp è sufficiente la consapevolezza in capo all’agente della partecipazione di altri soggetti, indipendentemente dalla specifica conoscenza sia delle persone che operano sia delle specifiche condotte da ciascuna di esse poste in essere: è l’ipotesi che può verificarsi presso una struttura ospedaliera allorquando più sanitari, in successione, visitino il paziente. In proposito, ai fini della responsabilità del singolo operatore viene in rilievo il principio dell’affidamento, che peraltro non è invocabile quando il soggetto su cui grava l’obbligo di garanzia – e che invochi l’affidamento nell’altrui condotta- abbia posto in essere una condotta colposa, con efficienza causale nella determinazione dell’evento, unitamente alla condotta colposa di chi sia intervenuto successivamente. In tale evenienza, infatti, sussisterebbe la responsabilità anche del primo soggetto, a meno che possa affermarsi l’efficacia esclusiva della causa sopravvenuta, che tuttavia deve avere avuto caratteristiche di eccezionalità tali da far venir meno la situazione di pericolo originariamente provocata o tali da modificare la pregressa situazione, a tal punto da escludere la riconducibilità al precedente garante della scelta operata.

Cass. pen., 12 maggio 2016 n. 19852
Pienamente legittima la misura cautelare dell’interdizione di frequentare certi luoghi, per l’insegnante di sostegno che ha maltrattato alunni portatori di gravi handicap.

Cass. pen., 11 maggio 2016 n. 19506
Induzione indebita e non concussione per due carabinieri che nell’ambito di controlli volti alla repressione dell’immigrazione clandestina e dello sfruttamento della manodopera, ottengano da commercianti cinesi la dazione di somme di denaro che vanno dai 100 ai 3mila euro per volta.

Cass. pen., 10 maggio 2016 n. 19441
Niente contraffazione di moneta per il soggetto trovato con un ingente quantitativo di banconote se queste non prendono spunto da un modello che circola ma sono frutto di fantasia.

Cass. pen., 9 maggio 2016 n. 19176
Ai fini della configurabilità della contravvenzione di cui all’articolo 186 del codice della strada, lo stato di ebbrezza può essere accertato, per tutte le ipotesi attualmente previste dall’articolo 186, con qualsiasi mezzo, e quindi anche su base sintomatica, indipendentemente dall’accertamento strumentale, dovendosi comunque ravvisare l’ipotesi più lieve (lettera a), ora priva di rilievo penale, quando non sia possibile affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che la condotta dell’agente rientri nell’ambito di una delle ipotesi di attribuita rilevanza penale.

Cass. pen., 9 maggio 2016 n. 19112
Mentre il reato di cui all’articolo 600-quater del Cp presuppone una detenzione fine a se stessa del materiale pedopornografico, la fattispecie di cui all’articolo 600-ter, comma 1, numero 1, del Cp punisce la produzione di tale materiale a prescindere dalla finalità commerciale (si veda articolo 600-ter, comma 2, del Cp) e presuppone una detenzione qualificata del materiale prodotto, in quanto non destinata ex se al mero soddisfacimento delle pulsioni sessuali dell’agente: ciò che si verifica non solo quando il materiale è inserito in un social network (quale, ad esempio, Facebook), per la potenzialità concreta di diffusione che ne consegue, ma anche quando tale inserimento è solo prospettato e minacciato al minore, involontario protagonista delle immagini, per indurlo a soggiacere ai propri desideri sessuali, ponendogli come alternativa quella di vedersi pubblicate sulla rete le immagini pornografiche che lo ritraggono.
È configurabile il tentativo del delitto di violenza sessuale quando, pur in mancanza del contatto fisico tra reo e persona offesa, la condotta tenuta dal primo denoti il requisito soggettivo dell’intenzione di raggiungere l’appagamento dei propri istinti sessuali e quello oggettivo dell’idoneità a violare la libertà di autodeterminazione della vittima nella sfera sessuale (

Cass. pen., 5 maggio 2016 n. 18780
In tema di responsabilità medica, la limitazione della responsabilità in caso di colpa lieve prevista dall’articolo 3 del decreto legge 13 settembre 2012 n. 158, convertito dalla legge 8 novembre 2012 n. 189, sicuramente opera per le condotte professionali conformi alle linee guida contenenti regole di perizia, ma è inapplicabile nel caso di accertato macroscopico scostamento del comportamento tenuto rispetto a quello doverosamente esigibile dal medico specialista

Cass. pen., 5 maggio 2016 n. 18728
La pubblicazione della sentenza di condanna su internet, prevista a partire dal 2011 come l’unica modalità di pubblicità del provvedimento, deve considerarsi più afflittiva della precedente pubblicazione sui quotidiani cartacei e come tale non è retroattiva.

Cass. pen., 5 maggio 2016 n. 18727
Estorsione a carico del datore di lavoro che prospetti ai propri dipendenti il licenziamento in caso di mancata accettazione di condizioni capestro da lui dettate.

Cass. pen., 4 maggio 2016 n. 18565
L’obbligo di comunicazione dell’istanza di revoca o di sostituzione delle misure cautelari coercitive (diverse dal divieto di espatrio e dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) applicate nei procedimenti per reati commessi con violenza alla persona, previsto dall’articolo 299, comma 4-bis, del Cpp, riguarda anche l’istanza di trasferimento di domicilio degli arresti domiciliari, giacché rispetto a tale istanza la vittima potrebbe avere motivo di interloquire, in relazione a concrete situazioni di pericolosità, che potrebbero derivare ai suoi danni dall’accoglimento e, quindi, dall’effettivo trasferimento del domicilio, come nel caso del rientro dell’indagato/imputato nel luogo ove abita la persona offesa.

Cass. pen., 2 maggio 2016 n. 18248
In tema di furto, la sottrazione in un supermercato, da parte di un soggetto privo di dimora e di occupazione, di generi alimentari del valore di pochi euro (nella specie, quattro euro), accredita di un contesto oggettivo e soggettivo dimostrativo di come l’impossessamento della merce sia non punibile per avere il soggetto agito in stato di necessità per far fronte a un’immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi.

Cass. pen., 2 maggio 2016 n. 18211
In tema di guida sotto l’influenza dell’alcool, allorquando risulti contestata e ravvisata la circostanza aggravante dell’aver provocato un incidente stradale prevista dall’articolo 186, comma 2-bis, del codice della strada, non è possibile procedere alla sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità ai sensi del comma 9-bis dello stesso articolo 186, anche allorquando l’aggravante, per effetto del giudizio di bilanciamento tra le circostanze, non abbia inciso sul trattamento sanzionatorio. Infatti, secondo i principi generali, il giudizio di bilanciamento delle circostanze, di per sé, non influisce sugli istituti che non si ricollegano al quantum della pena inflitta, nel senso che le circostanze soccombenti o equivalenti continuano a produrre gli effetti previsti dalla legge, dal momento che anche il giudizio di soccombenza non fa venir meno la sussistenza in concreto della circostanza, ma semplicemente la paralizza e la rende non applicata quoad poenam.

Cass. pen., 2 maggio 2016 n. 18177
In tema di peculato, il possesso qualificato dalla ragione dell’ufficio o del servizio non è solo quello che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, ma anche quello che si basa su un rapporto che consenta al soggetto di inserirsi di fatto nel maneggio o nella disponibilità della cosa o del denaro altrui, rinvenendo nella pubblica funzione o nel servizio anche la sola occasione per un tale comportamento

Cass. pen., 2 maggio 2016 n. 18162
La disciplina di cui all’articolo 671, comma 1, del Cpp, introdotta dall’articolo 4-vicies del decreto legge 30 dicembre 2005 n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006 n. 49, in forza della quale «fra gli elementi che incidono sull’applicazione della disciplina del reato continuato vi è la consumazione di più reati in relazione allo stato di tossicodipendenza» non è estensibile alla ludopatia perché l’introdotta disciplina che ha esteso i livelli di assistenza alle persone affette da ludopatia (articolo 5 del decreto legge 13 settembre 2012 n. 158, convertito dalla legge 8 novembre 2012 n. 189) non ne ha comportato l’assimilazione alla tossicodipendenza, né consente, il ricorso all’analogia, per la differenza che si riscontra tra le situazioni di base.

DIRITTO AMMINISTRATIVO

T.A.R. Lazio, 21 giugno 2016 n. 7252
In tema di concorsi finalizzati al reclutamento di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria, il diploma linguistico sperimentale, ove conseguito all’esito della frequenza di corsi che non prevedano l’insegnamento delle materie suindicate, non può essere ritenuto equiparabile, ai fini dell’insegnamento, al diploma magistrale, dovendosi considerare niente di più che un diploma linguistico di scuola secondaria, benché rilasciato da un istituto magistrale.

T.A.R. Lombardia, 21 giugno 2016 n. 1224
In tema accesso agli atti, il rilascio di copie delle denunce e degli atti assoggettati a registrazione a soggetti diversi delle parti contraenti, dei loro aventi causa o da coloro nel cui interesse la registrazione stata eseguita, può avvenire in base all’articolo 18 del Dpr n. 131 del 1986, soltanto su autorizzazione del giudice. Ne consegue che chi chiede il rilascio di una denuncia di successione relativa a terze persone deve preventivamente munirsi di apposita autorizzazione del giudice ordinario e la carenza di tale autorizzazione comporta l’insussistenza dell’obbligo dell’amministrazione finanziaria di consentire l’accesso e di rilasciare copia.

T.A.R. Toscana, 20 giugno 2016 n. 1038
La fattispecie della lottizzazione abusiva può riscontrarsi non solo allorché la trasformazione materiale o giuridica interessi terreni inedificati ma anche qualora venga posto in essere una frazionamento con modifica della destinazione d’uso di edifici preesistenti, posto che anche in tale ipotesi si può verificare uno stravolgimento delle previsioni urbanistiche con l’introduzione di una pluralità di destinazioni funzionali incompatibili con l’azzonamento e le previsioni di carico urbanistico contenute, per ciascun ambito, nel piano regolatore generale. Tuttavia, la distinzione fra un mutamento di destinazione d’uso meramente edilizio (ascrivibile alla categoria della ristrutturazione) e il mutamento di destinazione integrante lottizzazione abusiva passa sempre per un apprezzamento dell’incidenza dell’intervento sulla programmazione urbanistica, potendo ascriversi alla seconda fattispecie soltanto un’operazione che comporti un’interferenza rilevante con l’assetto complessivo di una certa zona o ambito preso in considerazione dallo strumento urbanistico.

DIRITTO INTERNAZIONALE E COMUNITARIO

Corte Giustizia U.E., 7 giugno 2016 n. C47-15
La direttiva Ue sui rimpatri impedisce che un cittadino di un paese non Ue, prima di essere sottoposto alla procedura di rimpatrio, possa essere recluso per il solo motivo del suo ingresso irregolare nel territorio di uno Stato membro attraverso una frontiera interna dello spazio Schengen.